REGGIO EMILIA – Le ragazze reggiane, fino ai 24 anni, hanno decisamente meno opportunità lavorative rispetto ai ragazzi. E’ la prima scoperta dell’Osservatorio provinciale contro le discriminazioni di genere in ambito lavorativo, nato lo scorso marzo su iniziativa della Provincia di Reggio Emilia.
Questo spunto di riflessione è stato al centro della presentazione dei primi dati, presentati oggi, anche se il lavoro sarà ultimato solo a fine anno. l’Osservatorio voluto dalla Provincia è tra i pochissimi a livello nazionale e sta già facendo emergere luci e ombre del contesto lavorativo femminile nel reggiano.
A presentare i primi dato oggi pomeriggio nella Sala del Consiglio provinciale, la consigliera delegata alle Pari opportunità e diritti civili, Claudia Dana Aguzzoli, e i professori Massimo Neri e Giovanna Galli del Dipartimento di Comunicazione ed economia di UniMoRe che hanno incontrato i partner dell’innovativo progetto, per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori. L’obiettivo della Provincia è di dotarsi di una banca dati in grado di fornire una situazione oggettiva delle condizioni di lavoro femminile. “In modo – ha sottolineato la consigliera Claudia Aguzzoli – di promuovere iniziative anche per le scuole e con le imprese per favorire un cambiamento positivo e superare le discriminazioni”.
Tra le risultanze di questi primi mesi di lavoro, come illustrato dal direttore scientifico Massimo Neri e dalla collega Giovanna Galli di UniMoRe, un significativo gap di genere per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile, risultato sorprendentemente elevato – circa il 10% – superiore al resto della regione. “Questo non significa che le condizioni lavorative delle donne, in provincia di Reggio, siano peggiori che altrove, anzi – hanno aggiunto i professori Neri e Galli – I gap relativi ai tassi di occupazione e di attività sono infatti migliori rispetto alla media, a dimostrazione di come nell’arco dell’intera vita lavorativa le donne reggiane abbiano comunque buone opportunità, ma nella fascia 15-24 anni la differenza di genere è decisamente molto marcata e solo in parte giustificabile con la prevalenza femminile tra chi prosegue con gli studi universitari”.
Intanto, a sottolineare ulteriormente la validità del progetto, da marzo sono saliti a una cinquantina i soggetti che hanno aderito all’Osservatorio. Oltre al Comune di Bagnolo, che si è unito ai 27 inizialmente aderenti, si sono aggiunti anche l’Ordine degli ingegneri, il Comitato Pari opportunità dell’Ordine degli avvocati e l’Associazione donne giuriste Italia di Reggio Emilia.
Servizio Tg di Manuela Catellani
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