REGGIO EMILIA – Per il Comune di Reggio si tratta di una novità. La tassa di soggiorno ora fa parte dei tributi contemplati dal bilancio preventivo 2020. La decisione, adottata dalla giunta, ha ottenuto il via libera dal Consiglio Comunale. Tutto è congelato però per quanto riguarda la sua entrata in vigore. “Con l’emergenza coronavirus in corso, ci siamo fermati – spiega Annalisa Rabitti, assessore comunale al Marketing territoriale -, per cui noi abbiamo qualche mese per decidere cosa fare di questa tassa di soggiorno. Se sospenderla, come probabilmente faremo, fino a gennaio 2021, oppure se invece immaginare di applicarla e con l’importo che ricaveremo sostenere gli hotel”
La situazione di stand by non accontenta gli albergatori di Concommercio che sottolineano come la maggioranza delle associazioni di categoria fosse contraria all’introduzione del balzello. “La tassa in realtà peserà sulle aziende reggiane e sugli stessi albergatori già estremamente piegati da questa situazione che dovranno pagare il costo dell’introduzione di nuove procedure burocratiche – afferma Francesca Lombardini, presidente dell’Associazione Albergatori Confcommercio Reggio -; aggiungo anche che se la tassa, come l’assessore Rabitti afferma, potesse essere usata per sgravi fiscali, molto più semplice sarebbe eliminare o abbassare le tasse comunali tipo Tari o Cosap (il canone per l’occupazione di suolo pubblico, ndr)”.
Sul territorio comunale le attività alberghiere interessate dalla tassa di soggiorno sono meno di una trentina. Il percorso partecipato tra i loro rappresentanti e l’amministrazione appare in salita. Confcommercio, che considera un “grave errore” la mancata cancellazione della misura, ha rinviato qualunque tipo di valutazione al dopo emergenza. Il Comune è orientato a gettare le prime basi per un piano che rilanci il turismo in città alla luce dei profondi cambiamenti in corso.
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