REGGIO EMILIA – Dal Sim carabinieri arriva una proposta di legge per “fermare le iscrizioni nel registro degli indagati degli operatori delle forze dell’ordine per fatti commessi nell’adempimento del dovere” ed “impedire la gogna mediatica”. L’iniziativa del sindacato dell’Arma viene annunciata dopo “l’ennesima vicenda verificatasi a Reggio Emilia dopo l’utilizzo del taser”, con tre poliziotti indagati, in vista dell’autopsia, per far luce sulle cause della morte di Claudio Citro, 42enne morto all’alba del 15 settembre.
Il sindacato presenterà al ministero della Giustizia una proposta elaborata dal dipartimento “Affari Giuridici” su “una necessaria modifica dell’articolo 335 codice di procedura penale”, così da “mettere fine ai cosiddetti ‘atti dovuti’ a carico di operatori delle forze dell’ordine colpevoli, esclusivamente, di aver adempiuto al proprio dovere”.
Taser mortale: tre poliziotti indagati, affidato l’incarico per l’autopsia. VIDEO
“Le ultime vicende avvenute a Reggio Emilia e connesse alle iscrizioni ai danni degli operatori in divisa e relative all’uso del taser rendono tangibile l’urgenza di un tale mirato intervento da parte del Legislatore”, dice il sindacato. “E’ ora di dire basta alle condanne anticipate e di piazza ai danni degli uomini e delle donne in divisa e Sim Carabinieri intende farlo concretamente con una precisa e complessa proposta di riforma del codice di procedura penale”, le parole di Antonio Serpi, segretario generale dell’associazione.
La richiesta è di consentire al Pm, nei casi in cui vi sia evidenza che il fatto sia stato commesso nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in presenza di una causa di non punibilità, di derogare all’obbligo di iscrizione immediata nel registro degli indagati, concedendo allo stesso un termine di 90 giorni (prorogabile di ulteriori 90 nei casi di particolare complessità) per la verifica della sussistenza delle circostanze. Si istituirebbe un nuovo e apposito registro per le “persone a cui sono attribuiti fatti non punibili”.