REGGIO EMILIA – La politica si è già divisa tra favorevoli e contrari al taser, finito sotto accusa per la morte in soli tre mesi di quattro persone, che avevano tutte ricevuto poco prima una scarica di pistola elettrica. Tragedie come quella avvenuta all’alba di lunedì a Massenzatico, costata la vita al 42enne Claudio Citro e che ora vede tre poliziotti indagati dalla Procura, atto dovuto per consentire ai loro avvocati, due di loro si sono affidati a Giovanni Tarquini, uno a Fulvio Villa del foro di Parma, di nominare un consulente di parte per seguire gli accertamenti tecnici, a cominciare dall’autopsia, incarico che il sostituto procuratore Giulia Galfano ha conferito stamattina (nominando i due periti della Procura e iniziato nel primo pomeriggio di oggi alla Medicina legale di Modena). Consulente di parte nominato anche dagli avvocati Federico De Belvis, Nicola Tria e Mattia Fontanesi, che assistono i familiari di Citro, il figlio 18enne, i genitori, il fratello e la sorella.
L’autopsia – iniziata nel primo pomeriggio – servirà a chiarire perché l’uomo è morto, ma anche se fosse o meno sotto l’effetto di stupefacenti. Un primo passo per ricostruire l’accaduto e capire le eventuali responsabilità dei tre poliziotti indagati. Due al momento le ipotesi: omicidio colposo e eccesso di legittima difesa. Alfonsina Serrapico, la mamma della vittima, ha raccontato che il figlio “era braccato“, ma chi all’alba di lunedì a Massenzatico ha allertato il 112 lo ha fatto perché ha visto un uomo, probabilmente scalzo, che stava dando in escandescenza in mezzo alla strada, ma anche questo andrà approfondito. All’arrivo delle volanti, secondo quanto è stato possibile ricostruire da Tg Reggio, il 42enne si è rifugiato all’interno del Forno Castagnoli, cercando di barricarsi e urlando che “gli volevano sparare”. Poi, però, si sarebbe calmato dopo aver bevuto una bottiglia d’acqua. Trenta minuti dopo era immobile a terra, soccorso da due sanitari aiutati dagli stessi agenti. Cos’è successo in quel negozio, tra i tre poliziotti di 23, 26 e 30 anni, mentre un quarto presidiava l’esterno del forno, e Citro dovrà essere accertato nel corso delle indagini e avrà un peso specifico importante nelle decisioni della Procura.
Ma servirà tempo. Per completare la relazione successiva all’autopsia, gli esperti della Procura hanno 90 giorni di tempo, mentre i familiari di Citro sperano di avere in pochi giorni la possibilità di organizzare le esequie del loro caro.
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