REGGIO EMILIA – L’amministratore delegato di Iren Paolo Emilio Signorini è innocente fino a sentenza definitiva di condanna e sulla sua vicenda giudiziaria non è possibile oggi esprimere giudizi, né per i candidati, né per i giornalisti. Il candidato sindaco del centrodestra Giovanni Tarquini replica al servizio del direttore di Tg Reggio Gabriele Franzini che poneva degli interrogativi sul silenzio della politica in merito alla posizione di Signorini, amministratore delegato di un’azienda che ha tra i propri azionisti di controllo i comuni della nostra provincia, a partire da quello di Reggio. Signorini è stato arrestato con l’accusa di corruzione per episodi che risalgono agli anni in cui guidava l’Autorità portuale di Genova.
“E’ contro il nostro ordinamento – dice Tarquini – oltre che inaccettabile sotto il profilo umano, dare per certi e assodati fatti che vengono riportati in capi di imputazione provvisori o, ancora peggio, che provengono da fughe di notizie riguardanti indagini preliminari in corso”. “Se crediamo nei principi del nostro ordinamento e se li vogliamo rispettare tutti – aggiunge il candidato sindaco del centrodestra – non posso che ribadire che prima della conclusione di un processo vero e proprio non è possibile formulare alcun giudizio e tantomeno si può trarre alcuna conclusione”.
Quindi, con l’amministratore delegato di Iren accusato di corruzione, la politica non può dire nulla? “Possiamo solo dire – risponde Tarquini – che siccome Iren è società partecipata anche dal Comune di Reggio Emilia, l’Amministrazione locale ha il dovere di verificare capacità, competenze e serietà di chi viene nominato come amministratore. E se questo o altri amministratori risulteranno aver commesso reati dovranno ovviamente essere sostituiti”.
Ma per arrivare a una sentenza definitiva serviranno diversi anni. E nel frattempo? “Nel frattempo – dice Tarquini – è la società che deve mettere in atto un piano di tutela che porti alle scelte più opportune”.
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