REGGIO EMILIA – Giovanni Tarquini è il candidato sindaco del centrodestra a Reggio. Ieri sera a Decoder ha chiarito cosa gli piace della nostra città: “Credo che Reggio sia una delle città dove si vive meglio in Italia, di grandi tradizioni e storia, bella la collocazione geografica a due passi dalla montagna e del mare, mi piace la gente, che lavora e produce, è la città dell’accoglienza e continuerà a farlo a prescindere da chi vincerà a Reggio”.
I leader del centrodestra reggiano, in particolare Gianluca Vinci, parlano di malgoverno a Reggio. Tarquini invece ha sempre usato espressioni molto più caute. Sono soltanto sfumature? “No, non sono sfumature, ma sono modalità diverse di esprimere una opinione. L’onorevole, collega e amico Vinci usa un linguaggio politico, dall’altro un gruppo di persone che non parlano di malgoverno generale, ma di cose migliorabili“.
Giovanni Tarquini, uomo di centro e moderato, è sostenuto dalla destra che a livello internazionale è alleata con Le Pen e Orban. Secondo l’avvocato qualcosa di buono c’è anche in questi leader che si ispirano alle radici cristiane dell’Europa. Sul concetto di destra Tarquini precisa: “La destra viene forzatamente demonizzata soprattutto dall’informazione per il timore che possano ricrearsi condizioni sbagliate di convivenza civile e organizzazione sociale”.
Se 5 anni fa Roberto Salati avesse vinto le elezioni, Reggio si ritroverebbe con un sindaco presidente di un consorzio ritenuto dalla Prefettura a rischio di infiltrazione mafiosa ed escluso dalla white list. L’avvocato al proposito commenta: “Ci vedo una presa di posizione della Prefettura sotto il profilo amministrativo che può essere contrastata, non è una sentenza penale passata in giudicato. E’ uno strumento di prevenzione, è chiaro lo Stato alza l’asticella di fronte al pericolo di infiltrazioni mafiose”.
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