VENTASSO (Reggio Emilia) – Migliaia di persone hanno approfittato del ferragosto per trascorrere una giornata sull’Appennino reggiano. La pioggia mattutina non ha fermato gli escursionisti che hanno raggiunto la cima del Ventasso e i tanti che in auto hanno raggiunto il Lago Calamone per il tradizionale picnic e trascorrere una giornata lontana dal caldo della città.
Un lago che, come accade abbastanza puntualmente negli ultimi anni, ha visto una forte crescita di piante acquatiche su cui qualcuno ha storto il naso. Non si tratta di alghe bensì di miriofillo. Si ha la convinzione che debba essere semplicemente tagliata per rendere il lago più sime a uno specchio d’acqua azzurra.
“Ma il Lago Calamone non è una piscina – tiene a puntualizzare Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino – Negli anni ’50 su questo lago naturale è stato costruito uno sbarramento che ha esteso la sua superficie e ne ha innalzato il livello, sulle sponde è stato costruito un grazioso rifugio, intorno il paesaggio è mutato profondamente con i pascoli che si sono trasformati in faggeta e rimboschimenti di conifere. Lo sbarramento dell’emissario del lago ha però creato nuove zone d’acqua poco profonde che durante la stagione estiva si scaldano molto e favoriscono la crescita di piante acquatiche che tendono a espandersi su un’area sempre più grand”.
“La situazione del lago Calamone – conclude Giovanelli – è solo uno dei molteplici segnali che la natura ci invia, riguardo al fortissimo riscaldamento che il nostro Appennino sta subendo”.
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