BOLOGNA – “Riaperture anticipate o dolorosi passi indietro dipenderanno dalla curva epidemiologica”. Il leit motiv ci accompagna ormai da una decina di giorni, ma attenzione, perché per scongiurare un nuovo lockdown molte Regioni potrebbero scegliere di effettuare meno test, dribblando così in modo artificioso un aumento dei contagio: meno test, meno casi di positività l’equazione distorta. E’ questo il monito che arriva dalla fondazione GIMBE, osservatorio indipendente sull’andamento dell’emergenza sanitaria in Italia.
Tempi e modi della ripresa definitiva si decideranno in base alla diffusione del contagio, con associazioni di categoria e scienziati contrapposti: le prime premono per l’anticipo delle riaperture delle attività ancora sospese, i consulenti del Governo invece chiedono prudenza e rispetto dei tempi fissati nel DPCM.
Ma per avere un’immagine fedele dell’andamento del contagio – la fondazione GIMBE – serve un’accelerazione netta sul fronte dei test. Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità incoraggiano i tamponi a tappeto, mentre un’analisi della fondazione Hume fa emergere il rapporto inverso tra tamponi e mortalità, ovvero più test = meno morti. Gli scienziati sostenitori delle riaperture all’insegna della sicurezza hanno lanciato un appello in 11 punti al grido di “più tamponi per salvare la Fase2”, cui il commissario Arcuri ha risposto ricordando i 3,7 milioni di kit diagnostici già distribuiti alle Regioni e gli altri 5 milioni in arrivo nelle prossime settimane.
Ma nonostante queste linee guida – sottolinea la fondazione GIMBE – la media nazionale di test resta largamente al di sotto degli standard accettabili: 250 tamponi al giorno ogni 100mila abitanti la soglia ideale indicata dal GIMBE, 59 al giorno ogni 100mila abitanti la media dei test effettuati finora in Italia. Una media che nasconde però enormi disparità tra regioni: si va dai 12 della Campania ai 130 della Valle D’Aosta. In più, un terzo dei tamponi effettuati finora è stato solo “di controllo”, cioè sullo stesso soggetto per confermare la guarigione. Ecco allora che il presidente del GIMBE Nino Cartabellotta conclude l’analisi richiamando tutte le Regioni a estendere in modo mirato i tamponi e il Governo a neutralizzare i comportamenti opportunistici che le Regioni stesse potrebbero adottare per scongiurare un aumento dei casi e il rischio di un nuovo lockdown.
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