REGGIO EMILIA – Domani le organizzazioni sindacali terranno un presidio davanti all’ospedale Santa Maria e consegneranno all’Ausl la raccolta firme come protesta al possibile taglio degli stipendi del personale sanitario.
“E’ un problema nazionale e regionale – ha detto Davide Fornaciari, direttore amministrativo di Ausl – Il tema è che noi non possiamo ampliare i fondi contrattuali autonomamente, funziona come un castelletto di spesa”. I lavoratori del servizio sanitario nazionale, circa 6mila in provincia, rischiano una decurtazione media dello stipendio compresa tra i 100 e i 300 euro. È a rischio, infatti, tutto ciò che concerne il salario accessorio.
“La gestione dell’emergenza Covid – spiegano i rappresentanti sindacali – le necessità legate alla crescita di voci di spesa, come ad esempio straordinario o indennità di turno, insieme all’imprescindibile aumento delle assunzioni, potrebbero portare a una diminuzione dello stipendio dei dipendenti a causa dei vincoli imposti dalle leggi”.
Le organizzazioni sindacali hanno avviato una raccolta firme che sarà consegnata domattina al direttore generale dell’Ausl Cristina Marchesi e al presidente della conferenza territoriale socio-sanitario, il presidente della Provincia Giorgio Zanni. Nei giorni scorsi, però, l’assessore regionale Raffalele Donini aveva annunciato che non ci sarà alcun taglio delle risorse destinate al salario accessorio del personale della sanità. Anche Fornaciari dice: “Le preoccupazioni sindacali sono in parte fondate, ma la Regione ha annunciato che rimpinguerà i fondi per permettere ai nostri professionisti di non avere decurtazioni che sarebbero ingiuste. Mi sento di rassicurare su questo”.
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