REGGIO EMILIA – Sta facendo discutere il piano urbanistico di via Francia, di cui Tg Reggio ha dato notizia martedì scorso. Un piano che ha avuto, come spesso succede, un lungo percorso amministrativo. Vediamo quali sono gli interventi progettati nelle aree di proprietà dei due maggiori soggetti proponenti: la società Acquario e la Diocesi di Reggio e Guastalla.
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Il piano particolareggiato di iniziativa privata relativo all’area a sud del Conad Le Querce è articolato in quattro sub-comparti. Come abbiamo visto nei giorni scorsi, il piano interessa una superficie complessiva di 150mila metri quadrati delimitata a nord da via Francia, a sud da via Fratelli Rosselli, a est e a ovest rispettivamente da via Unione Sovietica e via Inghilterra. Il progetto, presentato nel 2009 e approvato nel 2014, è stato inserito nel Piano strutturale comunale nel 2018. Prevede la realizzazione di 87 appartamenti, 7mila metri quadrati di superficie utile per terziario e commercio, compreso un supermercato, e parcheggi per 250 posti auto.
Vediamo le caratteristiche dei due sub-comparti più significativi. Quello della Diocesi occupa l’area verso via Inghilterra. Ha una superficie totale di 49.400 metri quadrati e una superficie utile di 4.950 metri quadrati. E’ costituito da sei lotti, su cui saranno realizzate 6 palazzine di altezza compresa fra i 3 e i 5 piani. Dei 6 lotti, 5 sono residenziali: sono previsti 20 appartamenti per una superficie complessiva di 1.600 metri quadrati. Il sesto lotto, di 3.300 metri quadrati, è a destinazione commerciale e terziario.
Molto simili le caratteristiche del sub-comparto di Acquario, la società partecipata dall’imprenditore Claudio Campani e dalla famiglia Ghiaroni. I cinque lotti gravitano verso via Unione Sovietica. In questo caso la superficie totale è di 50mila metri quadrati, quella utile di 5mila. Gli appartamenti previsti sono 18, mentre 3.400 metri quadrati saranno destinati a negozi e uffici. Sia il sub-comparto della Diocesi che quello di Acquario avranno più di 3mila metri quadrati di parcheggi e 2mila di verde.
La posizione della Diocesi
“La Diocesi ritiene importante ribadire che non vi è alcun intento speculativo, quanto piuttosto l’esigenza di bene amministrare un compendio immobiliare detenuto da lungo tempo, in comproprietà con altri soggetti (in massima parte “privati”). Eventuali rinunce e fuoriuscite dagli accordi sottoscritti riverbererebbero effetti negativi e danni economici definitivi a tutti i comproprietari che nell’area hanno investito i risparmi di una vita”. La nota è firmata da Gian Pietro Menozzi, economo della Diocesi.
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