REGGIO EMILIA – Parliamo ora di scuola, a tre settimane dalla ripresa delle attività, le segreterie degli istituti sono impegnate nel reclutamento del personale cosiddetto “Covid”, quello cioè assunto a tempo determinato per fare fronte alle criticità legate alle norme anti-contagio, tra cui il problema degli insegnanti no pass.
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Lo scorso anno scolastico l’organico aggiuntivo Covid aveva consentito, soprattutto alle elementari, di “sdoppiare” le classi, rendendo le aule meno affollate. Un obiettivo che era stato raggiunto nelle strutture con spazi sufficienti a disposizione. In quell’occasione il personale in più necessario era stato assunto con contratto annuale. Stavolta la scadenza del rapporto di lavoro è al 31 dicembre 2021, attuale termine dello stato di emergenza. Non potendo potenziare il servizio per tutti i nove mesi di attività, gran parte delle scuole, lo scorso 13 settembre, è partita senza replicare l’esperienza che aveva redistribuito gli alunni in più gruppi. Il reclutamento del personale per il potenziamento covid riguarda anche i collaboratori scolastici, per i quali si è aggiunta la mansione del controllo sul possesso del green pass da parte dei lavoratori. E anche per sostituire quelli “no pass” occorrono dei supplenti, in un quantitativo che si può definire sì fisiologico, ma che si somma comunque alle tradizionali necessità di supplenze.
Finora si sono contati nove lavoratori sospesi poiché non in regola con la certificazione. Si tratta di cinque insegnanti e di quattro tra ausiliari o tecnici oppure amministrativi. Ci sono poi quarantadue persone, tra cui 31 docenti, che per aggirare l’ostacolo hanno chiesto periodi di aspettativa o congedo. Lo stesso escamotage cui stanno pensando altri trenta docenti che al momento proseguono coi tamponi eseguiti ogni due giorni. Tamponi la cui somministrazione potrebbe entrare in crisi a partire dal 15 ottobre con l’obbligo esteso a tutte le categorie. Per le chiamate di prof e altro personale aggiuntivo, le scuole reggiane hanno a disposizione 4,5 milioni di euro, pari a una iniezione di 700 dipendenti. Il numero delle assunzioni sarà però inferiore e parte dei fondi verrà restituita.
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