REGGIO EMILIA – Un totale di 750 milioni di pasti serviti ogni anno, 100mila addetti, il 95% assunti a tempo indeterminato, con oltre l’80% rappresentato da donne. La ristorazione collettiva riveste da sempre un ruolo strategico per il Paese, assicurando ogni giorno servizi essenziali per scuole, ospedali, strutture sociosanitarie, aziende e grandi collettività.
Un settore vitale per il welfare pubblico e con un valore di 4,1 miliardi di euro, che sta vivendo dopo il Covid una fase molto complessa tra contratti d’appalto a prezzi fissi, aumento dei costi legati all’inflazione e alla guerra in Ucraina e richieste sempre più specifiche degli enti locali sia sul fronte della qualità sia per quanto riguarda menù sempre più particolari legati all’aumento delle intolleranze. Di come rendere sostenibile, anche economicamente il settore, si è parlato nel secondo summit della ristorazione collettiva organizzato da Cirfood, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione.
Un settore con una valenza sociale ed economica importante, come ha evidenziato nel suo videomessaggio il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, ma che dopo la pandemia sta pagando un prezzo alto al cambio delle abitudini dei lavoratori e che a livello di scuole primarie vede il servizio mensa ancora negato a un bambini su due, come dimostra dal 2018 il rapporto di Save the Children.
Tra le criticità evidenziate i nuovi Cam, Criteri Ambientali Minimi, entrati in vigore durante la pandemia e che comportano notevoli criticità legate soprattutto a difficoltà negli approvvigionamenti di grandi volumi di prodotti biologici, a km0 e locali e all’aumento esponenziale dei prezzi, cui non è seguito un adeguato aumento delle basi d’asta. Da qui, la richiesta di una loro revisione e della modifica del codice degli appalti. “Dobbiamo essere pagati regolarmente dalle pubbliche amministrazioni, perché abbiamo anche questo annoso problema che non è ancora stato risolto. Quanto alle gare d’appalto, devono uscire con basi d’asta sostenibili”, le parole di Chiara Nasi, presidente di Cirfood.
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