BRESCELLO (Reggio Emilia) – “Se nel corso dell’indagine Grimilde fossero emersi elementi o episodi di illiceità riferiti alla condotta di operatori del Corpo Unico di Polizia Locale Bassa Reggiana, ci sarebbe stata una indagine penale, visto che si tratta di reati perseguibili d’ufficio”. E’ la risposta del comandante del corpo, Carlo Alberto Romandini, ad alcuni articoli di stampa sulle motivazioni della sentenza pronunciata dal gup di Bologna Sandro Pecorella, depositate nei giorni scorsi. “Trovo che esprimere giudizi o fare presunzioni – continua Romandini – senza aver prima letto per intero la sentenza sia alquanto azzardato e fuorviante, tanto più se, come è stato fatto, si cerca di riassumere in poche righe il contenuto di un verdetto di oltre 1500 pagine”. Non serve nessuna indagine interna, conclude il comandante della municipale, perché fino ad oggi abbiamo ricevuto dalla Magistratura attestati di stima per il lavoro svolto e per la collaborazione sempre fornita alle attività di indagine”.
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