BRESCELLO (Reggio Emilia) – “Gli agenti della locale di Brescello hanno paura? assolutamente no”. E’ categorico Lorenzo Cristofaro, coordinatore vicario del sindacato di categoria Sulpl Reggio Emilia. Atteggiamenti di sudditanza nei confronti dei Grande Aracri: li ha tratteggiati il giudice che ha scritto le motivazioni della sentenza Grimilde, indicando in alcuni presunti comportamenti della Polizia locale del paese della Bassa l’esempio di condotte sensibili al fatto di avere di fronte esponenti dell’associazione ‘ndranghetistica. Si fa cenno, ad esempio, ad una multa elevata nei confronti di uno degli indagati e strappata.
“Quella multa poi è stata pagata; respingiamo le accuse con forza, secondo le nostre possibilità abbiamo sempre contrastato la mafia nelle nostre competenze, non vogliamo essere il capro espiatorio di nessuno, abbiamo sempre fatto il nostro lavoro senza guardare in faccia a nessuno”.
Il Sulpl insomma, Sindacato unitario lavoratori polizia locale, che rappresenta la metà degli agenti in forze a Brescello, non ci sta. Rivendica iniziative antimafia organizzate nel giorno del patrono del corpo o episodi di cronaca successi sul territorio. “Un nostro agente è stato premiato per aver difeso una persona che veniva minacciata – sottolinea Cristofaro – Le offese ce le prendiamo sistematicamente da tutti: non possiamo sapere chi abbiamo davanti, ma se siamo minacciati denunciamo”.
Alcuni suo colleghi di Brescello hanno denunciato minacce da parte di certe persone? “Non posso saperlo, la denuncia penale è personale”.
Il sindaco di Brescello Elena Benassi ha chiesto informazioni al Corpo Unico di Polizia Locale Bassa Reggiana. “Non ci sono stati segnalati episodi come quelli citati nelle motivazioni, riteniamo doveroso verificare”.
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