BOLOGNA – E’ proseguita oggi, ed è stata subito rinviata, l’udienza preliminare del nuovo filone del processo sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980, che vuole fare luce sui mandanti.
Tra gli imputati c’è anche Paolo Bellini, ex militante di avanguardia nazionale, con legami oscuri con i servizi segreti e la mafia, accusato di essere uno degli esecutori materiali. Il rinvio è stato dovuto al fatto che la Procura ha presentato una documentazione depositata di recente per la quale sono stati chiesti dalle parti i termini a difesa. La nuova udienza è stata fissata per il primo febbraio.
I difensori di parte civile, avvocati Andrea Speranzoni, Roberto Nasci e Lisa Baravelli hanno depositato una memoria in cui toccano vari aspetti delle indagini sullo stesso Bellini. Per gli avvocati, che assistono l’associazione dei familiari delle vittime, il giorno dell’attentato “l’ex primula nera predispose e orchestrò un falso alibi a sostegno della propria linea difensiva di estraneità alla strage e fu spalleggiato dal suo clan familiare in cui spicca la figura del padre, Aldo Bellini (legato all’allora procuratore di Bologna, Ugo Sisti) nella condotta di sviamento delle indagini”.