REGGIO EMILIA – Secondo i giudici d’appello che hanno confermato la condanna all’ergastolo, Paolo Bellini potrebbe avere deciso di partecipare all’attentato alla stazione di Bologna anche per motivi economici, per soldi. La corte afferma che il killer della Mucciatella era un soggetto ideale per essere ingaggiato in una impresa criminale come quella della strage: era in contatto con la destra eversiva e aveva indubbie qualità di uomo d’azione (dedito alla permanente commissione di delitti anche gravissimi in cambio di compensi economici). All’epoca Bellini era latitante ed era costretto a vivere sotto falso nome, situazione per la quale era facilmente ricattabile. Aveva continuamente necessità di denaro: difficilmente, si legge nelle motivazioni dellla sentenza, avrebbe potuto rifiutare l’offerta di un allettante compenso economico.
Quella dei soldi è stata la pista che gli inquirenti hanno seguito nel 2017, alla riapertura delle indagini, partendo dal biglietto custodito nel portafogli sequestrato a Licio Gelli, quando il capo della P2 fu arrestato il 13 settembre 1982 a Ginevra. Su quel biglietto Gelli aveva trascritto un conto corrente, indicando nel dettaglio singole somme di denaro, con una chiara ed inequivoca intestazione: “Bologna”. Quei soldi, un milione e 900mila dollari, secondo i giudici sono i soldi con cui il capo della P2 finanziò la strage.
E Bellini? Qui entra in scena Gianfranco Maggi, che i giudici definiscono un criminale comune complice in alcuni furti di Guido Bellini, il fratello dell’ex Primula Nera reggiana. All’inizio degli anni Ottanta Maggi confidò al compagno di cella Dino Bartoli che Bellini per la sua partecipazione all’attentato del 2 agosto 1980 ricevette un compenso di 100 milioni di lire. Bartoli nel 1983 trascrisse quella confidenza in un memoriale. E ora quelle parole sono finite nelle motivazioni della sentenza di appello. E’ l’unico riferimento ad un possibile pagamento che Bellini avrebbe ricevuto per il suo ruolo. Nelle motivazioni si legge che “non sono emerse prove dirette della dazione di somme consistenti agli esecutori materiali della strage”, ma solo prove indirette.
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