REGGIO EMILIA – Una nuova luce sui responsabili e sui mandati della strage di Bologna. A 40 anni di distanza da quei fatti, ci sono nuovi indagati e tra loro l’estremista di destra Paolo Bellini. Della sua possibile responsabilità aveva già parlato un ispettore della polizia reggiana in una intervista trasmessa da Telereggio. Abbiamo ricostruito i fatti con Cristiana Boni.
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Otto indagati, quattro sono deceduti e tra gli esecutori ex militante di estrema destra il reggiano Paolo Bellini, 66 anni. Sono gli sviluppi della nuova inchiesta nata nel 2017 condotta dalla Procura generale sui mandanti e finanziatori di quei 23 chili di esplosivo che il 2 agosto dell’80 alla Stazione di Bologna fecero 85 morti e 200 feriti. Detriti diventati in 40 anni macigni che ancora oggi pesano sulla coscienza del nostro paese. Una dolorosa pagina che ora si riapre.
Secondo la Finanza 5 milioni di dollari dal crack del Banco Ambrosiano per mano di Licio Gelli finirono tutti o parte per finanziare l’attentato di Bologna. Sui pesanti sospetti sul ruolo dell’ex primula nera, ne aveva parlato anni fa Rolando Balugani un ex ispettore della Polizia di stato in servizio negli anni 70 alla Questura di Reggio. Aveva indagato e seguito come un segugio Paolo Bellini. Balugani è morto nell’aprile del 2017 ecco le sue parole in una nostra intervista nell’agosto del 2010.
“Dietro a Bellini c’erano i servizi, su questo non ci piove. Bellini è uno che va in Sudamerica e ottiene la cittadinanza con la facilità con cui si compra un melone al mercato. Si muove non solo in Brasile, ma in tutto il Sudamerica. Aveva contatti con personaggi di altissimo livello”
Un criminale spietato, un feroce killer che ha ammesso l’uccisione di 10 persone fra cui il giovane Alceste Campanile. Si fece tre plastiche al viso e risultava latitante il 2 agosto dell’80. Ma ad incastrare lui e altri esecutori della strage rispunta un video girato da un turista e a cui stanno lavorando i tecnici della Polizia Scentifica di Roma. In un frame si vede un viso molto simile al suo. Identità che sarebbe stata confermata dall’ex moglie di Bellini.
“Secondo mie intercettazioni fatte per altre indagini di polizia giudiziaria, avevo accertato che un amico di Bellini alloggiava in un affittacamere nei pressi della stazione di Bologna. Alcune voci dicevano che c’era anche Bellini”.
“Non ho ancora sentito il mio assistito e aspetto di vedere gli atti”, ci spiega al telefono il difensore, l’avvocato Manfredo Fiormonti, già legale di Giovanni Brusca, dopo la revoca del proscioglimento avvenuto negli anni 90. Bellini ora è indagato per concorso nella strage, già collaboratore di giustizia è da anni agli arresti domiciliari in un luogo protetto.
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