BOLOGNA – All’indomani delle oltre quattrocento pagine con le quali si è pronunciata la Corte d’assise d’appello di Bologna sul ruolo determinante che Paolo Bellini ha ricoperto per far arrivare quantomeno parte dell’esplosivo alla Stazione Centrale quel 2 agosto del 1980 dove persero la vita 85 persone e 200 rimasero ferite, la storica Cinzia Venturoli, che nel corso della sua carriera ha trattato l’argomento a più riprese, non è affatto sorpresa di questa conferma.
“E’ una sentenza che mette molti punti fermi, è il risultato di un approfondimento fatto duerante il dubattimento. Ha grande forza lessicale. Non c’è più la polvere che si è cercato di alzare nei primi processi, è stata cancellata”
Il suo ruolo di docente, inoltre, le permette di toccare il tema con le ragazze e con i ragazzi a cui insegna che, dichiara, “hanno un grande senso di giustizia”. Un lavoro che lei stessa definisce “una goccia nel mare”, ma che sicuramente aiuta i più giovani a sviluppare una maggiore consapevolezza in merito a una strage che ha profondamente segnato Bologna. “Quello che secondo me manca è la comunicazione di tutto quello che già sappiamo, sappiamo tante cose e in modo molto chiaro. Questo cerchiamo di fare con i ragazzi, anche se non è semplice perché il fatto è lontano e non capiscono il contesto. I ragazzi hanno un grande senso di giustizia“.
Giulia Leonelli
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