BOLOGNA – “Era lui che aveva abbandonato la procura per andare alla Mucciatella per incontrarmi. Ma non perché doveva coprirmi. Coprirmi per che cosa? Non sono mai stato un terrorista, anzi”.
Il rapporto tra Paolo Bellini e Ugo Sisti, il procuratore capo di Bologna che all’indomani dell’attentato, venne trovato in compagnia di Aldo Bellini, padre dell’ex primula nera, nell’albergo di famiglia sulle colline di Quattro Castella. Sull’episodio torna a soffermarsi l’imputato condannato in primo grado all’ergastolo per concorso nella strage. Lo fa con nuove dichiarazioni spontanee, dopo che nelle precedenti aveva affermato di essere stato tra i presenti alla Mucciatella nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1980.
L’ex di Avanguardia Nazionale ha spiegato che sia lui, che il fratello Guido, avevano ricevuto da Sisti dei ‘compiti precisi’ nei confronti di cittadini palestinesi, dopo che nove mesi prima era saltato il patto tra l’Italia e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.
“C’era il Mossad a Bologna, come lui sapeva che il Mossad era a Bologna il 2 agosto. Lo sapeva. Come sapeva che a Bologna c’era Kram, e altri due, un uomo e una donna, sempre stranieri anche loro, noti esplosivisti”.
Bellini ha ribadito la sua innocenza ed è tornato a chiedere un confronto in aula con l’ex moglie Maurizia Bonini. Colei che ha fatto crollare l’alibi che aveva retto per quasi quarant’anni, riferendo come plausibile la presenza accanto al binario 1 del marito. Il quale ha invece ricostruito i suoi spostamenti di quel 2 agosto, quando – ha affermato – partì da Fidenza, la mattina presto, per andare in vacanza con la famiglia al passo del Tonale.
Nell’udienza la Corte d’Assise d’appello ha comunicato la decisione di dare il via a una perizia sul filmato amatoriale in cui compare l’uomo identificato come Bellini inquadrato alla stazione. E’ stata così accolta la richiesta della difesa, secondo la quale nel video appare un orologio che segna le 13.15, un orario che scagionerebbe il loro assistito.
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