BOLOGNA – La difesa del reggiano Paolo Bellini, l’ex di Avanguardia Nazionale condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di Bologna, chiede che venga rinnovata l’istruzione dibattimentale nel processo d’appello che prenderà il via il 31 gennaio. E ha inserito una prova che sarebbe in grado di scagionare la primula nera: un fotogramma del filmato girato in stazione dal turista tedesco Polzer.
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“Noi abbiamo fatto fare una copia analogica del filmato girato in stazione, nel processo di primo grado c’era solo quella digitale, e attraverso appositi programmi abbiamo estrapolato un fotogramma che mostra un orologio di una donna dietro al presunto Paolo Bellini”. Così l’avvocato Antonio Capitella.
Quell’orologio, secondo la difesa di Paolo Bellini, segnava le ore 13.15 e costituirebbe una prova fondamentale in grado di scagionare l’ex di Avanguardia Nazionale, condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di Bologna. La Procura generale ha sostenuto che la scena in cui compare l’uomo identificato come Bellini sarebbe stata girata una decina di minuti dopo l’esplosione della bomba, che scoppiò alle 10.25.
“Verosimile e plausibile – secondo quanto dichiarato dalla moglie – che Paolo Bellini, alle ore 13.15, fosse già in auto in viaggio verso il Passo del Tonale”.
Alla luce di questo l’avvocato Capitella, insieme al collega Manfredo Fiormonti, chiede alla Corte di acquisire il fotogramma del filmato girato dal turista tedesco Harald Polzer nel processo d’Appello, che si aprirà il 31 gennaio. “Chiediamo che venga rinnovata l’istruzione dibattimentale e a questo punto chiediamo anche la perizia antropometrica, che ci è stata negata nel processo di primo grado”.
Il 31 gennaio è in programma la relazione del giudice, nella seconda udienza, già fissata per il 7 febbraio, la Corte dovrebbe decidere se ammettere questo nuovo elemento come prova. Bellini intanto resta in carcere a Spoleto e sabato il suo legale andrà a trovarlo. “E’ risollevato perché ha capito che la partita si può riaprire, siamo fiduciosi”.
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