BOLOGNA – La Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha confermato l’ergastolo per l’ex terrorista di Avanguardia Nazionale, il reggiano Paolo Bellini, nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio. Bellini era accusato in concorso con gli ex Nar già condannati, Valerio “Giusva” Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. E con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti morti e non più imputabili, ma ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato.
La Corte di Assise di Appello ha ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati. Si tratta dell’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e condannato nuovamente a sei anni e di Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a quattro anni.
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Il servizio di Tg Reggio
Stragista e complice del più grave atto terroristico della storia italiana. Anche per i giudici della corte d’Appello Paolo Bellini, 71 anni, è il quinto attentatore della stazione di Bologna. Il suo nome va aggiunto a quelli di altri quattro terroristi neofascisti: Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, quest’ultimo in attesa della Cassazione.
La corte è rimasta chiusa in camera di Consiglio per sei ore prima di emanare la sentenza, pronunciata appunto qualche minuto fa.
Invariata dunque la pena inflitta nel giudizio di primo grado che ha inquadrato Bellini come anello di congiunzione tra gli esecutori materiali dell’attentato e coloro che lo hanno finanziato e ordinato, ovvero la loggia P2 di Licio Gelli e i servizi segreti deviati.
Circa tre ore, questa mattina sono invece durate le dichiarazioni spontanee rilasciate dall’ex primula nera di Avanguardia nazionale. Che è tornato a dichiararsi innocente cercando di confutare in particolare le dichiarazioni dell’ex moglie, colei che lo ha riconosciuto nell’ormai noto filmato girato da un turista tedesco, facendo così crollare l’alibi che aveva consentito a Bellini il proscioglimento nel primo procedimento sulla bomba del 2 agosto 1980.
“Se fossi stato implicato nella strage lo avrei confessato”, è stato uno dei passaggi dell’arringa del principale imputato, che ha ricordato la sua confessione del delitto di Alceste Campanile. Toccando diversi argomenti l’ex terrorista ha fatto riferimento anche al periodo delle stragi del ’92 e del ’93, per le quali è indagato da due procure.
Condannati, nella stessa sentenza, sempre con pene invariate, anche gli altri due imputati del processo: 6 anni, per depistaggio, all’ex capitano di carabinieri Piergiorgio Segatel. Quattro anni a Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli a Roma accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini. Con la sentenza di poco fa è giunto a termine il 14° processo che dal 1987 si è svolto sulla strage che ormai risale a 44 anni fa.
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