Servizio Tg Reggio
di Andrea Bassi
BOLOGNA – “Non ho niente a che fare con Bologna, è tutto inventato. Signora Maurizia facciamoli i benedetti confronti – ha detto Paolo Bellini, riferendosi all’ex moglie che lo ha riconosciuto in un video girato in stazione a Bologna la mattina dell’attentato del 2 agosto 1980 – La prima immagine che la Procura generale le ha fatto era sfuocata, nemmeno io saprei riconoscermi”, ha continuato l’ex esponente di Avanguardia nazionale. Il reggiano era dunque in aula nella nuova udienza del processo d’Appello a suo carico, dopo la condanna all’ergastolo in primo grado. Affermazioni che l’ex primula nera ha fatto nel corso di spontanee dichiarazioni. “Io non posso aver minacciato e non minaccio i magistrati. Non posso minacciare i giudici, sono andato in Sicilia nel 1992 dopo la morte di Falcone e Borsellino per salvare i giudici, ho sempre amato i giudici – ha detto ancora – Vi ho salvato in Sicilia, io ho portato la mia vita per voi”. L’estate scorsa l’imputato era stato arrestato anche per le minacce al presidente della Corte del processo di primo grado, Francesco Caruso.
Strage di Bologna, Bellini in aula: “Tra il 3 e il 4 agosto ero con il procuratore Sisti”
Poi è tornato nuovamente sul video del turista tedesco Polzer e sul riconoscimento fatto dalla sua ex moglie Maurizia Bonini. Il video è stato proiettato in aula. “Io non ci assomiglio neanche lontanamente, non sono quel signore. Gli zigomi hanno un’angolazione diversa, io non ho la fossa delle Marianne qua, non ho quello che si vede nei fotogrammi”, ha ribadito Bellini toccandosi il collo. “Ha una caverna qua, non ha una fossa. Sono stato preso quasi a bastonate quando l’ho detto in aula. Io non ho mai portato crocifissi, avevo una medaglietta con la Madonna che mi venne regalata quando studiavo dai Servi di Maria”. L’imputato ha ribadito la richiesta di essere messo a confronto con l’ex moglie: “Facciamo i confronti con la Bonini, era al corrente di alcune cose. Mettete 30 chilometri di paravento, ma sono io che ho paura di lei, non il contrario. La conosco molto bene”.
Una persona con una paletta in mano, impegnata nei primi soccorsi e presente sul piazzale della stazione di Bologna il 2 agosto 1980, ripresa da un video di una tv locale acquisito agli atti del processo sulla strage, somiglierebbe “in maniera impressionante al presunto Bellini” immortalato nel filmato del turista tedesco Polzer. Lo ha sostenuto l’avvocato Antonio Capitella, difensore dell’ex Avanguardia nazionale, chiedendo alla Corte di Appello un “accertamento di comparazione” tra le due persone. Ma le parti civili, con l’avvocato Andrea Speranzoni in rappresentanza dei familiari delle vittime, hanno subito replicato, presentando altre foto del primo personaggio, il soccorritore, da cui emerge una maglietta simile, ma differente all’uomo che si ritiene sia Bellini; e anche un ingrandimento del volto smentirebbe l’ipotesi della difesa. Anche la Procura generale, con il pm Nicola Proto, ha sottolineato che la persona del primo video era vestita in maniera diversa da quella del secondo.
Reggio Emilia Bologna stazione Paolo Bellini 2 agosto 1980 ex primula nera ex Avanguardia Nazionale











