REGGIO EMILIA – Il 4 agosto 1980 Ugo Sisti non era solo nell’albergo della Muciatella. Due giorni dopo l’esplosione della bomba alla stazione, insieme al procuratore capo di Bologna c’era una terza persona nell’hotel della località di Puianello di proprietà di Aldo Bellini, padre della primula nera Paolo Bellini.
Una persona che non venne mai identificata. Il particolare, che aumenta l’alone di mistero attorno alla vicenda, è emerso durante l’ultima udienza del processo ai mandanti della strage del 2 agosto 1980, nel quale Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia nazionale, all’epoca latitante con la falsa identità di Roberto Da Silva, oggi è imputato con l’accusa di concorso in attentato.
A parlare in aula è Salvatore Bocchino, l’allora maresciallo di pubblica sicurezza che con altri agenti della Digos perquisì l’albergo in quei giorni chiuso. L’uomo sconosciuto, al termine degli accertamenti, si allontanò a bordo di un’auto mentre il procuratore capo Sisti andò via con un’altra vettura insieme ad Aldo Bellini. Nelle relazioni e nei verbali sulla perquisizione alla Muciatella, Bocchino non aveva mai menzionato la presenza di questa terza persona.
“All’inizio ho pensato che fosse l’autista di Sisti”, ha detto durante la sua deposizione. Ma dalle carte emerge come il procuratore arrivò in hotel la sera prima, il 3 agosto, accompagnato da un avvocato che gli aveva consigliato di fermarsi lì per “sfuggire al caldo”. Incalzato dalle domande dell’accusa e delle parti civili, Bocchino ha dato più volte risposte confuse e contradditorie dicendo alla fine di non ricordare perché questa terza persona non venne identificata.
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