REGGIO EMILIA – Era il 2 agosto del 1980 quando alle 10,25 della mattina un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata all’interno della sala d’aspetto della stazione di Bologna, venne fatto esplodere e causò il crollo dell’ala Ovest dell’edificio. Vittorio Vaccaro, operaio ceramista di 24 anni residente a Casalgrande, insieme alla madre, Eleonora Geraci di 46 anni, di Scandiano: attendevano una familiare dalla Sicilia. I loro nomi, insieme a quelli degli altri 83 morti, sono scritti sulle lapidi che ricordano le vittime dell’attentato.
Alla Commemorazione in rappresentanza del Governo ci sarà il ministro Patrizio Bianchi. Tra le autorità, per il Comune di Reggio parteciperà il Sindaco Luca Vecchi insieme al primo cittadino di Casalgrande Giuseppe Daviddi e alla vicesindaca di Scandiano Elisa Davoli.
Il presidente della Regione Bonaccini ha detto: “Onoriamo la memoria delle vittime e ci stringiamo ai familiari. Un ricordo che rafforza ogni volta l’impegno condiviso per verità, giustizia e difesa dei valori democratici”.
La cerimonia di commemorazione avrà inizio alle 9,15 con la partenza del corteo dalla statua di Nettuno seguendo il percorso segnato dalle pietre di inciampo che ricordano le vittime fino al piazzale della stazione. Alle 10, l’intervento del Presidente dell’Associazione familiari delle vittime Paolo Bolognesi. Alle 10,50 nella sala d’attesa della Stazione Centrale verranno depositate le corone di fiori. Alle 11,15 Monsignor Zuppi, arcivescovo di Bologna, celebrerà la Santa Messa presso la Chiesa di San Benedetto.
Lo scorso aprile la Corte d’Assise di Bologna ha condannato in primo grado all’ergastolo il reggiano Paolo Bellini, ex esponente dell’organizzazione neofascista Avanguardia nazionale, per concorso nella strage del 2 agosto 1980. Per i giudici è il quinto attentatore, in concorso con i militanti di un’altra organizzazione della stessa area politica, i Nuclei armati rivoluzionari: Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva, e Gilberto Cavallini, riconosciuto colpevole in primo grado. Dopo 42 anni resta ancora da fare piena luce sui mandanti. La procura generale di Bologna aveva accusato il capo della P2 Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi come mandanti, finanziatori e organizzatori della strage. Ma i quattro sono tutti deceduti e dunque non processabili.
Reggio Emilia Bologna Scandiano Casalgrande commemorazione morti strage di Bologna