BOLOGNA – La richiesta era nell’aria, perché di fatto era stata preannunciata nel corso della lunga requisitoria dei procuratori generali, Nicola Proto e Umberto Palma. E questa mattina è toccato a quest’ultimo chiedere per Paolo Bellini la pena dell’ergastolo.
Secondo la procura generale di Bologna, l’ex terrorista reggiano di Avanguardia Nazionale è uno degli autori della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. In concorso con i neofascisti già condannati – Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini – Bellini sarebbe uno degli esecutori materiali della strage. Una strage voluta, organizzata e finanziata dal capo della P2 Licio Gelli, da Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti ormai morti deceduti e non più imputabili.
Per la Procura generale bisogna “affermare la responsabilità di Bellini per i reati attribuiti, condannarlo all’ergastolo con isolamento diurno con la misura massima di tre anni, e a questa condanna conseguono anche le pene accessorie, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale e la decadenza della patria potestà”.
L’accusa ha qualificato la strage alla stazione, costata la vita a 85 persone, come “crimine punito dall’articolo 285 del codice penale, perché – ha spiegato il procuratore generale Palma – si tratta di un crimine contro la personalità dello Stato. La strage non colpisce soltanto le vittime malcapitate ma offende un valore, il valore principale della nostra Repubblica, che è la democrazia”.
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