BOLOGNA – Di importanza notevole e molto difficile: così l’avvocato Andrea Spernazoni, legale dell’associazione che riunisce i familiari delle vittime ha definito venerdì mattina, fuori dal Tribunale di Bologna dove da lì a poco è cominciata l’udienza preliminare, il processo sui mandanti e sugli ispiratori politici della Strage del 2 agosto 1980, che ha preso il via dopo due anni di indagini della Procura Generale. Tra le novità dell’indagine dei magistrati bolognesi, c’è la convinzione che il 30 luglio 1980, a Roma, fossero presenti alcuni dei protagonisti della strage. Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, ma anche Licio Gelli, che soggiornava all’Hotel Excelsior dal 28 al 30 luglio. Negli stessi giorni, dal 29 al 31 luglio, all’Excelsior c’è anche Marco Ceruti, prestanome e cassiere del Venerabile. Pochi giorni prima, secondo i Pg, Ceruti ricevette in contanti un milione di dollari, anticipo dei cinque milioni pattuiti per la strage. Secondo la Procura generale, inoltre, ci sono motivi fondati per ritenere che il finanziamento dell’attentato da parte di Licio Gelli sia passato per le mani anche di Gilberto Cavallini, condannato in primo grado all’ergastolo quasi un anno per concorso nella strage e definito da alcuni suoi sodali il ‘ragioniere’ del gruppo. Venerdì in aula c’era anche l’ex Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, imputato in concorso, in qualità di esecutore materiale, con i tre ex Nar già condannati in via definitiva e con Cavallini. Davanti al Gup Alberto Gamberini era presente anche un altro imputato, l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio insieme all’ex generale del Sisde, Quintino Spella. Risponde invece di false dichiarazioni ai pm Domenico Catracchia, amministratore di condominio di immobili in via Gradoli, a Roma. Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato, sono invece tutti deceduti. Dopo aver ammesso le parti civili, si sono costituiti i familiari delle vittime, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna e l’Avvocatura dello Stato, il Gup ha rinviato il processo all’11 gennaio 2021, per permettere alle difese di visionare la memoria e i nuovi atti presentati dalla Procura generale.
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