REGGIO EMILIA – Il padiglione Esquirol del San Lazzaro, di proprietà dell’Ausl, è oggi inagibile in attesa di interventi di restauro. E’ uno dei più antichi del complesso dell’ex manicomio.
Nel settembre 1860 il Ducato di Modena e Reggio era appena stato annesso al Regno di Sardegna quando l’allora direttore Luigi Biagi decise di acquisire terreni confinanti per ampliare l’istituto psichiatrico. Fu acquistato dai fratelli Luigi ed Eugenio Trivelli un possedimento su cui sorgeva un villino estivo, che nel 1868 venne adattato a struttura per malati. Nel 1872 l’edificio venne trasformato e ampliato, ricavandone due padiglioni: il Connolly, futura villa Marchi, e l’Esquirol, dedicato a Jean Etienne Dominique Esquirol, famoso psichiatra francese, già direttore dell’ospedale della Salpetrière a Parigi.
Nel padiglione vennero ricoverati solo uomini, sia paganti, perché membri di famiglie benestanti, sia cosiddetti “comuni”, la cui retta era versata dalla Provincia. In base alla classe cambiavano i locali e il comfort degli ambienti. Nel 1911 un altro direttore, Giuseppe Guicciardi, destinò l’Esquirol ai soli pazienti comuni, purché “tranquilli”, con 170 posti letto in grandi dormitori. Arrivò la seconda guerra mondiale a devastare l’area del San Lazzaro coi bombardamenti che avevano come obiettivo le vicine Reggiane. Alla fine del conflitto l’Esquirol fu trasformato da padiglione per ammalati a stabile di servizi, con 24 appartamenti per il personale e 9 negozi al piano terra, sul fronte della via Emilia.
Alcuni degli alloggi nel 1974 furono messi a disposizione di ex pazienti dimessi. Con la legge di soppressione dei manicomi del 1978 il padiglione è stato progressivamente abbandonato, diventando spesso rifugio di senza casa.
Gian Piero Del Monte
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