REGGIO EMILIA – E’ stato presentato oggi il nuovo sistema informatico per l’inclusione sociale e lavorativa, la piattaforma per l’incrocio tra domanda e offerta di formazione e lavoro attiva dal primo settembre. Un supporto si rivolge a chi esce dal Reddito di cittadinanza. Intanto nella nostra provincia è scattato il monitoraggio dei sindaci.
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Sindaci reggiani pronti: pronti a capire come assistere e indirizzare i cittadini e pronti a valutare l’impatto che la fine del reddito di cittadinanza come l’abbiamo conosciuto sinora avrà sui servizi sociali dei Comuni. I primi cittadini stanno raccogliendo i dati e nei prossimi giorni si riuniranno col referente Anci provinciale Emanuele Cavallaro e con la Cgil per parlare dei risultati di questo primo monitoraggio. Proprio la Camera del lavoro sta raccogliendo la preoccupazione delle persone.
“Sono preoccupate chi dal trovarsi senza sapere come mettere insieme il pranzo con la cena, chi dal fatto di non capire cosa succede adesso”, spiega Luca Chierici della segreteria confederale Cgil.
Tra 2022 e 2023 – i dati sono dell’osservatorio della Cgil – dalla nostra provincia sono pervenute 1.471 domande di reddito di cittadinanza. Di queste, ne sono state accettate 986. E, di nuovo, di queste, 350 famiglie dal primo agosto hanno perso il diritto al sussidio. “600 euro vengono percepiti dalla famiglia, non dal singolo individuo”.
Il reddito di cittadinanza verrà sostituito da due strumenti: l’assegno di inclusione, che scatterà a gennaio ma solo per i nuclei con particolari requisiti, come la presenza di un over 60 o di un disabile, e senza tenere conto della situazione economica, e il Supporto formazione e lavoro, con una piattaforma cui iscriversi a partire dal primo settembre rivolta ai cosiddetti ‘occupabili’. Come? “In base al principio che hai tra i 18 e i 59 anni, ma se non fai politiche del lavoro attive per mettermi nelle condizioni di avere un lavoro congruo e dignitoso io intanto rimango in povertà; il 7 ottobre saremo in manifestazione a Roma anche su questi temi e se nulla cambierà entro l’anno proclameremo sciopero generale”, chiosa Chierici.
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