REGGIO EMILIA – Tutto era iniziato il 30 novembre, con la prima giornata di dibattiti e l’apertura dei dieci tavoli di lavoro, anche se gli Stati generali dell’adolescenza dell’Emilia-Romagna che Reggio ha organizzato sono il risultato di oltre un anno di iniziative del Comune, su tutte i Cantieri sportivi e il progetto Chance.
La Generazione Z ha parlato, e la voce dei ragazzi è entrata in città per costruire assieme il futuro. Nella Sala degli specchi del teatro Valli, davanti ad una platea di oltre duecento persone composta da istituzioni locali e regionali, dalle forze dell’ordine che tanto sui giovani hanno lavorato assieme alle famiglie e alla scuola, da insegnanti e dai ragazzi della consulta provinciale e dai 30 giovani che hanno partecipato ai tavoli, è stato enunciato un decalogo, il manifesto che sintetizza, in dieci punti, questa voce.
“Il primo principio è il riconoscimento, ovvero vogliamo essere ascoltati – spiega Martina Salvarani che è stata co-relatrice a uno dei diversi gruppi di discussione -, poi ci sono la discriminazione e l’affettività, la fragilità e le competenze. Le prospettive. C’è tutto questo nel decalogo”.
Nel corso di due diversi dialoghi cui hanno preso parte anche i co-relatori del tavolo giovani si è parlato del peso delle scelte e del diritto al fallimento, del ruolo e della pressione esercitata dalle famiglie, del bisogno di ascolto. “Discuteremo del decalogo in Consiglio comunale affinchè rappresenti la direzione per i prossimi anni”, afferma Raffaella Curioni, assessore comunale all’Istruzione.
Il sindaco Luca Vecchi, in dialogo con lo scrittore e insegnante Enrico Galiano, ha detto quanto sia necessario ricordarci di tutto quello che la pandemia ha portato con sè per usarlo nel progettare le politiche future. Perchè su alcune emergenze occorre ripensare modelli che siano più adeguati alle nuove necessità. “Penso ai ragazzi disabili, a quelli che soffrono di fragilità psicologiche, ai minori non accompagnati”, sono le parole di Daniele Marchi assessore al Welfare a Reggio Emilia.