REGGIO EMILIA – Le richieste di esecuzione di sfratto nel 2024 sono state 248 nelle nostra provincia. Un numero stabile rispetto all’anno precedente, quando se n’erano registrate quattro in meno.
“Sono aumentati, seppur di poco. Ci troviamo ancora di fronte a sfratti per morosità, famiglie che non riescono a sostenere le spese per l’affitto”, spiega Carlo Veneroni, segretario provinciale Sunia (Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari). Dati, quelli dell’ultimo biennio, che sono più alti rispetto anche ai 230 provvedimenti di sfratto emessi nel 2019, l’anno prima del periodo Covid durante il quale le procedure sono finite temporaneamente congelate.
Nel 2024 non risultano sfratti legati a contratti di locazione giunti a scadenza. Non sono mancati tuttavia episodi di affittuari che hanno ricevuto dal padrone di casa la richiesta di riavere indietro l’abitazione.
“Negli anni passati – prosegue Veneroni – non ci arrivava questo tipo di segnalazione. Ora è un fenomeno che stiamo vedendo”. Un fenomeno che secondo il sindacato inquilini si spiega con la tendenza da parte dei proprietari a preferire la modalità degli affitti brevi rispetto alla locazione tradizionale di lungo periodo.













