REGGIO EMILIA – Il legame tra sport e industria può crescere per creare benefici alla comunità. Parola del Ministro dello Sport Andrea Abodi, intervenuto all’assemblea annuale dei Giovani imprenditori di Unindustria, all’auditorium Credem. Oltre alle sponsorizzazioni, si possono creare molte opportunità. “Una collaborazione che si può articolare in molti più fronti – ha dichiarato Abodi – Penso al welfare aziendale, con il presupposto che i giovani che entrano nelle aziende possano beneficiarne, penso alla possibilità di costruire palestre scolastiche anche con il contributo delle aziende, oltre a palestre aziendali. Ne avremmo bisogno”.
“Abbiamo deciso di fare questo evento perché come gruppo siamo molto attivi – le parole di Marianna Brevini, presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria – Alcuni di noi sono ex sportivi agonisti, alcuni hanno fatto solo carriera giovanile. Abbiamo sempre portato sul luogo di lavoro quello che abbiamo acquisito sul campo”.

Da sinistra a destra: Il prefetto di Reggio Emilia Maria Rita Cocciufa; Roberta Anceschi, Presidente Unindustria Reggio Emilia; il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi; la presidente dei Giovani Industriali reggiani Marianna Brevini e Lucio Iginio Zanon di Valgiurata, Presidente Credem;
Il Ministro ha invitato le aziende a partecipare al bando Sport Bonus: si tratta della concessione di contributi nella forma del credito d’imposta a favore di realtà che sostengono progetti di promozione, organizzazione di attività sportive e valorizzazione dell’impiantistica sportiva. “Sono ancora poche oggettivamente – ha ammesso il Ministro – Sono 24 aziende in Emilia Romagna che investono su 8 progetti qui a Reggio. Per un totale di meno di un milione, è una promozione alla collaborazione che dobbiamo sviluppare insieme”.
Tra i temi toccati dal Ministro anche la sostenibilità finanziaria del calcio italiano, non nascondendo le difficoltà economiche del calcio italiano. “C’è un indebitamento molto forte che rischia di aumentare ulteriormente e mettere in crisi il sistema – ha ammesso Abodi – Ci vogliono nuove regole di controllo che sia sempre più puntuale, cosa che non sempre probabilmente è avvenuta altrimenti non ci troveremmo con più di cinque miliardi di euro di indebitamento”.
A differenza di quanto succede con la Reggiana, che ha una forte proprietà locale, nell’ultimo periodo stanno sempre più emergendo realtà straniere che investono nel calcio italiano. “Il calcio, negli ultimi 20 anni, non ha incentivato l’ingresso di investitori italiani. Vuol dire che dobbiamo delle certezze, stabilire delle regole che facciamo rientrare gli investitori italiani in una misura più significativa e in una modalità più sana”.

Da sinistra a destra il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi; Giulia Ghiretti, campionessa paralimpica di nuoto; Roberta Anceschi, Presidente Unindustria Reggio Emilia e la presidente dei Giovani Industriali reggiani Marianna Brevini

La conversazione tra Ettore Bergamaschi, Immergas; Veronica Bartoli, Pallacanestro Reggiana; Gianluca Melli, Isiplast e Valeria Prampolini, E80 Group
Il discorso di Brevini e i lavori
La presidente Marianna Brevini ha introdotto i lavori. Il programma, che è stato coordinato giornalista di Class CNBC Elisa Piazza, ha visto il saluto iniziale di Roberta Anceschi, Presidente Unindustria Reggio Emilia, le testimonianze di Giulia Ghiretti, campionessa paralimpica di nuoto e Loris Vezzali, professore ordinario di Psicologia Sociale Unimore. E’ seguita una conversazione tra Ettore Bergamaschi, Immergas; Veronica Bartoli, Pallacanestro Reggiana; Gianluca Melli, Isiplast e Valeria Prampolini, E80 Group.

La presidente dei Giovani Industriali reggiani Marianna Brevini durante il suo intervento.
Venendo invece all’intervento di Brevini, vi proponiamo alcuni passaggi significativi.
Attraverso lo sport si possono insegnare capacità e valori chiave. Molti di noi portano ogni giorno in azienda i valori della disciplina, del sacrificio, il rispetto delle regole, degli altri, il rispetto di uno spazio comune e il valore della squadra appresi nella nostra personale esperienza sportiva. Viviamo in una società veloce che premia l’efficienza, la vittoria e non contempla le sconfitte. Oggi tutto è immediato e facile e non si insegna più ai ragazzi a perdere. Una sconfitta gestita con consapevolezza aiuta invece a capire che è solo parte di un processo di apprendimento lungo il nostro percorso di vita. Il fallimento è qualcosa che ti permette di cogliere meglio le opportunità, dipende da come tu decidi di reagire. Mandela diceva: “Io non perdo mai. O vinco o imparo”.
Lo sport, però ci insegna anche altri valori, come la tolleranza, l’inclusione e l’eliminazione delle differenze di genere. L’inclusione sociale, in particolare, è un tema che ci preme molto.
Nel 2023, le sponsorizzazioni nello sport in Italia hanno raggiunto il valore di 780 milioni di euro, con una crescita, oltre alle previsioni, dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Il settore dello Sport ha raggiunto una dimensione economica rilevante pari a circa 22 mld €, con un contributo al PIL nazionale dell’1,3%. Lo Sport è una vera e propria industria, con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche e un’incidenza significativa a livello occupazionale. L’84% del valore del mercato deriva dall’indotto attivato, a conferma della capacità moltiplicativa del business sportivo. Tuttavia, l’industria sportiva presenta ancora molte zone grigie di vulnerabilità.
La prima è rappresentata dalla fragilità finanziaria delle gestioni e delle organizzazioni. Molti allenatori e molti amministratori sportivi sono volontari, il che significa che spesso non hanno il tempo o i mezzi finanziari per impegnarsi in una formazione adeguata o nella progettualità per creare un ambiente più inclusivo.
La seconda criticità riguarda i divari territoriali sul fronte impiantistico; un numero elevato di infrastrutture sportive sta invecchiando. Troppi impianti risalgono agli anni ‘60, ’70 e ’80 e, spesso, non sono stati progettati pensando alla accessibilità. Tutto ciò conferma che la presenza di strutture obsolete e incoerenti con le esigenze odierne rappresenta una sfida nella sfida per l’inclusione in ambito sportivo.