FABBRICO (Reggio Emilia) – I reggiani alle prese con l’attivazione della Spid, l’identità digitale necessaria per attivare una serie di servizi anche sanitari. Ecco la storia di una signora che assiste il marito malato di Alzheimer e che si è scontrata con le rigidità di questo sistema, che pare escludere casi come il suo.
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La Spid, l’Identità digitale, sta facendo litigare coloro che hanno in carico una persona disabile o con fragilità mentali gravi. Il caso viene sollevato da una signora che abita a Fabbrico e che racconta a Tg Reggio la sua storia. La sua è una testimonianza emblematica e che riporta un problema reale e sicuramente molto comune. La signora, che preferisce non comparire, ha 69 anni, è molto attiva e capace di utilizzare la tecnologia, si fa carico di tutte le incombenze anche per il marito, che ha 75 anni, sofferente di Alzheimer, ospite in casa di riposo a Campagnola. Per lui è indispensabile utilizzare il fascicolo elettronico che ovviamente deve seguire la moglie, che però si è trovata davanti ad un muro. Lo Spid, acronimo di Sistema pubblico di identita digitale, è personale e per attivarlo bisogna comunicare un numero di cellulare. Ad ogni persona corrisponde un numero di telefono a cui arrivano le comunicazioni. Ma per chi ha problemi di disabilità intellettiva causata anche da una malattia degenerativa ad esempio, ma i casi possono essere tanti e diversi, è impossibile gestire un cellulare e tantomeno utilizzarlo per queste finalità. Chi si occupa di loro dovrebbe poter fare più registrazioni, invece no. Unica soluzione attivare un altro cellulare, con aggravio anche di costi, facendo finta che sia quello della persona di cui ci si prende cura.
A nulla sono valse le proteste della signora, che ha chiesto aiuto a tutti i livelli della sanità. Problemi di privacy, le è stato risposto. Sembra che il caso non sia contemplato dalla piattaforma tanto sofisticata quanto poco inclusiva. Allora a nostra volta poniamo la domanda: per chi segue questi congiunti tanto gravi e bisognosi di assistenza, non sarebbe il caso almeno con la tecnologia, di rendere le cose più semplici e immediate? A volte basterebbe il buon senso.
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