REGGIO EMILIA – Lo scorso 17 ottobre aveva aperto il fuoco su un gruppo di ragazzi in piazza del Monte, pieno centro città. Resta in carcere il responsabile, il 43enne napoletano Gaetano Lombardi che non andrà così ai domiciliari ad Acerra (Na), dove vivono i genitori.
Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Dario De Luca sposando di fatto la posizione dei legali dei ragazzi che quella sera erano rimasti feriti e confermando il giudizio espresso dal Riesame. La richiesta dei domiciliari era stata avanzata dai legali di Lombardi, gli avvocati Liborio Cataliotti e Giovanni Bianco che avevano chiesto una misura meno restrittiva per il loro assistito.
Lombardi, verso le 23 di quel sabato sera, estrasse dalla giacca la pistola, risultata poi rubata, ed esplose dei colpi alla volta del gruppo di giovani colpevoli, secondo quanto raccontò in seguito, di avergli risposto in modo maleducato per una mancata precedenza sul marciapiede. L’uomo deve rispondere di tentato omicidio plurimo, lesioni gravi, ricettazione e detenzione abusiva di armi.
Si attendono intanto i risultati di due perizie: un accertamento balistico sui proiettili per verificarne la potenza. Si tratta di un esame irripetibile che si è svolto a Roma il 21 gennaio da parte della polizia scientifica per accertare la reale potenza lesiva di quell’arma. Un secondo accertamento disposto direttamente dall’accusa, il sostituto Laura Galli, riguarda invece un esame sulle lesioni riportate dai ragazzi. Esame svoltosi all’istituto di Medicina legale di Bologna su sei giovani. In questo caso, si voleva accertare se le ferite avessero potenzialmente potuto causare la morte.
Perizie ed esami utili a definire meglio i dettagli di quell’assurda sparatoria maturata per futili motivi in pieno centro città e sotto gli occhi di tanti reggiani spaventati. Si attende così la chiusura della indagini. Per l’avvocato Giacomo Fornaciari, difensore di quattro giovani – tra cui il 20enne finito in prognosi riservata per un colpo che gli aveva trapassato un polmone – sarà fondamentale distinguere se Lombardi aveva con se l’arma e la sua fu una reazione oppure se, come sembra, tornò a casa a prenderla per poi raggiungere il gruppo e sparare in una sorta di folle vendetta.
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