REGGIO EMILIA – Ha un figlio piccolo avuto con la ex compagna, alle spalle una serie di querele e controquerele con la donna ma anche con altri famigliari, ma sostanzialmente conduce una vita normale: operaio metalmeccanico, è originario di Acerra (Na), ma vive in città da anni.
Però, sta di fatto che il 43enne Gaetano Lombardi gira con una pistola carica in tasca. La polizia lo arresta tre ore dopo il fatto, visionando le immagini, ascoltando tre dei ragazzi feriti e i presenti. “La gente all’inizio ha pensato a dei petardi, e qualcuno che stava già facendo dei video alla piazza si è invece ritrovato a riprendere una sparatoria”, ha detto il dirigente della squadra mobile della polizia reggiana, Guglielmo Battisti.
Fa strano vedere persone bloccate col cellulare in mano, ma quei video si rivelano molto utili. Mentre piazza Del Monte diventa tutta un suono di sirene e arrivano sanitari del 118, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale a transennare l’area, iniziano le indagini. Quando, alle 2, gli agenti suonano al campanello dell’abitazione di Lombardi, che risiede a poca distanza dal luogo della sparatoria, lui apre in pigiama. Stava dormendo, vive solo. All’inizio nega, ma davanti ad alcune evidenze non può che confessare. “Abbiamo trovato, nel battiscopa sotto al lavello della cucina,
una pistola compatibile con quella che ha sparato, il borsello e lo smanicato – ha detto Battisti – Ringrazio il procuratore e il pm Galli che ha raccolto la confessione nella notte”.
L’accusa per Lombardi è tentato omicidio plurimo, porto abusivo di arma e ricettazione. La pistola, una beretta 6e35, la cosiddetta “pistola del killer”, risulta bottino di un furto in abitazione avvenuto lo scorso anno a Reggio Calabria.
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