REGGIO EMILIA – Ventuno anni, che diventano 14 per effetto dello sconto di un terzo della pena, come prevede il rito abbreviato: 14 anni è la richiesta avanzata dal sostituto procuratore Laura Galli nei confronti di Gaetano Lombardi.
Parliamo del 44enne originario di Acerra, che la squadra mobile di Reggio Emilia rintracciò e arrestò poche ore dopo il gesto che l’uomo compì la sera del 17 ottobre 2020: la sparatoria di piazza Del Monte. Lombardi, in mezzo alla gente, esplose nove colpi di pistola all’indirizzo di un gruppetto di giovanissimi, ferendone cinque. La beretta che utilizzò risultò poi rubata nel 2017: non è ancora emerso da chi e su quale mercato illegale Lombardi se la sia procurata. Inizialmente, disse di averla trovata casualmente nell’immondizia. L’uomo è accusato di tentato omicidio plurimo e lesioni, ma la richiesta di pena avanzata dall’accusa, 14 anni, ha lasciato molto sorpresi i suoi legali difensori.
“Sono tanti anni, troppi. Lui ha mostrato pentimento”, le parole pronunciate oggi in tribunale da Giovanni Bianco, uno degli avvocati dell’imputato. Parole di pentimento che Lombardi ha nuovamente pronunciato in aula. Aveva chiesto già in precedenza di essere presente, ma il gip che ha presieduto la corte la scorsa udienza aveva rigettato l’istanza stabilendo che l’imputato si videocollegasse dal carcere di Reggio Emilia. Oggi il giudice Silvia Guareschi ha invece ritenuto giusto che ci fosse e l’udienza è stata sospesa per permettere alla polizia penitenziaria di
condurlo in tribunale.
“Mi avevano deriso” aveva detto Lombardi, riferendosi a un alterco avvenuto con i ragazzi una mezzora prima degli
spari, ma la difesa rende pubblica una testimonianza. “Una guardia giurata ha detto di aver visto, prima degli spari, il Lombardi a terra con 4-5 ragazzi che lo calciavano e lo pestavano”, ha riferito l’altro legale dell’uomo, Liborio Cataliotti. Sempre la difesa ha poi inoltrato formale richiesta affinché Lombardi possa incontrare i ragazzi, qualora loro accettassero. Incontri che avverrebbero presso la cooperativa L’Ovile, dove è stato attivato un centro per la giustizia riparativa e la mediazione penale. Non esistono molti percorsi di questo tipo in Italia. “E’ una cosa extragiudiziale – ha aggiunto Cataliotti – ma i verbali degli incontri possono essere presi in considerazione dalla corte”.
Dopo le dichiarazioni di Lombardi, della procura e della difesa, è stata la volta degli avvocati di parte civile. “Per i miei assistiti – ha detto l’avvocato Giacomo Fornaciari – ho chiesto una provvisionale di 90mila euro complessivi; spero in una pena esemplare, il fatto è stato gravissimo”.
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