REGGIO EMILIA – Si è detto “pentito”, pronto a risarcire i ragazzi “con tutto il mio stipendio”, ha aggiunto. Stipendio che ad ora, però, non ha, visto che l’azienda reggiana presso cui lavorava come operaio fino al 17 ottobre 2020 l’ha sospeso. Le parole di Gaetano Lombardi sono arrivate tramite videocollegamento dal carcere di Reggio, dove si trova in custodia cautelare da un anno. Da quando, cioè, ha esploso nove colpi di pistola in piazza Del Monte, ferendo cinque ragazzi. E’ iniziato il processo a suo carico. L’accusa è di tentato omicidio plurimo e lesioni e Lombardi sarà giudicato secondo rito abbreviato, per cui avrà lo sconto di un terzo della pena. Il giudice ha ammesso la costituzione delle parti civili e ha recepito, riservandosi di decidere, l’istanza dell’avvocato dell’imputato di una misura alternativa al carcere per il 44enne originario di Acerra.
“Abbiamo proposto varie soluzioni – spiega l’avvocato difensore Liborio Cataliotti – dal fatto che vada ai domiciliari con braccialetto elettronico a mille chilometri da qui, in Meridione a casa dei genitori, all’ospitalità in una comunità religiosa. Oppure il divieto di dimora nel comune o in quelli limitrofi all’evento. Avendo anche allegato la relazione di due religiosi, un prete e una suora che operano in carcere, uno dei quali disposto ad accoglierlo nella sua comunità, speravamo che il pubblico ministero desse parere favorevole. Questo non è accaduto”.
A Lombardi la procura contesta l’aggravante dei futili motivi: era stato lui stesso a riferire alla polizia, che lo andò a prendere a casa poco dopo i fatti, di aver agito così perchè quei ragazzini poco prima lo avevano deriso. Cataliotti annuncia una testimonianza inedita da questo punto di vista. “C’è una deposizione fatta spontaneamente da un testimone, che illustra l’antefatto”.
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