REGGIO EMILIA – Tante le reazioni della politica dopo la sparatoria che ieri sera ha terrorizzato il centro di Reggio (cinque giovani feriti, uno grave, un uomo arrestato per tentato omicidio).
Il sindaco Luca Vecchi è arrivato in piazza Del Monte pochi minuti dopo la sparatoria: “La città è sicura e deve rimanere tale. Non esiste che ci siano gruppi di ragazzi armati che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti i cittadini. Quanto accaduto è molto grave. A Reggio una cosa così non si è mai vista e non si deve vedere”
Anche il Prefetto Iolanda Rolli è intervenuta, esprimendo “vivo apprezzamento per la rapidità e lo scrupolo con cui sono state condotte le indagini che hanno consentito di ricostruire immediatamente la dinamica del fatto e risalire all’autore dello stesso. Per questa ulteriore dimostrazione di efficienza e per lo spirito di abnegazione delle forze di polizia del territorio di questa provincia il prefetto rivolge il proprio plauso e un sincero ringraziamento al Questore, al dirigente della squadra mobile e a tutto il personale intervenuto per il brillante risultato ottenuto, che conferisce lustro al personale della PS impegnato quotidianamente sul territorio per garantire la sicurezza dei cittadini. Tale risultato, perseguito nell’ambito delle intense attività di controllo congiunto del territorio decise nel COSP e disposte dal Questore, contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni impegnate a prevenire e reprimere ogni forma di interferenza sul tessuto sociale, civile ed economico della provincia”.
Fratelli d’Italia: “Subito commissioni consiliari e un tavolo in Prefettura per la sicurezza”
“È stato un sabato sera di terrore per i reggiani che passeggiavano in tranquillità per il centro storico e hanno assistito a una sparatoria violentissima. Fratelli d’Italia denuncia ancora una volta la totale mancanza di sicurezza che ha reso Reggio Emilia, e in particolare il centro storico, una platea di violenze, regolamenti di conti, brutalità mai viste prima. I reggiani sono stanchi e frustrati, e ormai preferiscono non frequentare più il centro storico – un tempo “salotto” e “isola felice” – ora luogo che scivola velocemente nel degrado. Ci mettiamo nei panni dei commercianti che ora si trovano ad affrontare anche questa vicenda sconcertante, con le ovvie ripercussioni che ci saranno in termini di frequentazione del centro storico.
Non è la prima volta che, sempre nel cuore della città, la violenza delle baby gang esplode in conflitti che mettono a repentaglio la sicurezza dei reggiani: qualche mese fa era infatti scoppiata una rissa a ridosso dell’isolato San Rocco, a pochi passi da dove è avvenuta la sparatoria. Non è più possibile che le istituzioni ignorino il problema: il sindaco Vecchi metta mano una volta per tutte alle criticità del centro storico.
FDI vuole dare il proprio contributo propositivo affinché simili atti non si ripetano, ed il Comune, in base alle sue competenze, sia parte attiva. Il Sindaco, in apertura del Consiglio comunale, dovrebbe fare una comunicazione per illustrare le informazioni in suo possesso e fare le proposte della Giunta per prevenire e contrastare tali atti di violenza. FDI ritiene urgente convocare in forma congiunta le Commissioni consiliari che si occupano di sicurezza e politiche sociali. In quella sede gli Assessori competenti dovranno illustrare le azioni ed i progetti che si intendono porre in atto. Sarebbe opportuno vi partecipassero anche quelle associazioni del territorio che hanno sviluppato ricerche ed elaborato proposte nel merito delle problematiche che hanno originato l’episodio, grave, di violenza avvenuto la scorsa notte in Piazza del Monte. Tutto il Consiglio comunale dovrà essere costantemente coinvolto dalla Giunta nel percorso che si intenderà attuare, affinché al tavolo del Comitato tecnico per l’ordine e la sicurezza, che sarà convocato dal Prefetto, possano essere portate le proposte di tutti”.
Fiorini, deputata della Lega, annuncia una interrogazione parlamentare: “La Sinistra non garantisce la sicurezza dei cittadini”
“Il governo potenzi l’organico delle forze dell’ordine a Reggio Emilia. La sparatoria in pieno centro è un fatto di una gravità inaudita ed è solo l’ultimo di una serie di episodi violenti. La sicurezza in questa città è una chimera: aggressioni, sparatorie, furti, baby gang che spadroneggiano ovunque. La situazione è insostenibile. Ribadisco ancora una volta l’assoluta necessità di un tavolo sulla sicurezza sulla città allargato a tutte le forze politiche. Sono anni che lo chiedo ed ora non è più procrastinabile. Altro che ‘città delle persone’: Reggio è diventata città della violenza e del degrado. Con buona pace degli annunci caduti nel vuoto della sinistra che continua a minimizzare invece di investire sulla sicurezza. I cittadini vivono costantemente nella paura. Non meritiamo di vivere schivando proiettili. Presenterò un’interrogazione al ministero dell’Interno per sollecitare un potenziamento dell’organico delle forze dell’ordine, che ringrazio per il costante impegno profuso”.
Matteo Olivieri, ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle
“Circa la sparatoria nella serata di ieri mi sento di portare una testimonianza su riflessioni intercorse nell’amministrazione della città alcuni anni or sono. L’età di chi è stato coinvolto, si tratta di giovani ben armati e a quanto pare abili nel tenere in mano un’arma da fuoco, fa parlare di scontro tra baby gang. In una Commissione del Consiglio comunale del 2012 che trattava dell’educazione 0-6 anni e dell’esperienza di Reggio Children posi una domanda che scaturiva da una riflessione che molti cittadini, ma anche esponenti politici della stessa maggioranza in camera caritatis, mi rivolgevano di frequente. Quali ricadute sul tessuto sociale della nostra città, dopo tanti anni di applicazione di un modello educativo invidiatoci nel mondo?
L’allora consigliera Giliola Venturini, ora traghettatrice provinciale del PD verso il nuovo congresso, rispose con sincerità e avanzando una semplice ipotesi, dicendo: ”A Reggio, ad esempio, non ci sono baby gang”.
Ricordo una perplessità iniziale, in quanto notizie sulla presenza di piccoli gruppi, sebbene ben seguiti dai servizi sociali, giungevano da almeno due anni nei tranquilli quartieri residenziali a sud della città. Riprendendo quel discorso, l’interrogativo dei cittadini non si concentrava tanto sull’azione dell’Amministrazione comunale nell’educazione 0-6 anni, quanto sulle ricadute finali in un percorso di educazione lungo e tortuoso, che arriva alla maggiore età. Sappiamo benissimo che gli attori istituzionali e privati coinvolti in quel percorso sono tanti, con lo Stato a farla da padrone nell’educazione primaria, media e superiore. Così come sappiamo che i campanelli d’allarme che possono risuonare nelle aule scolastiche, o fuori di esse se si osserva il fenomeno dell’abbandono scolastico, devono essere seguiti con attenzione e precisione dai Servizi sociali e dalle Forze dell’Ordine. Almeno fino alla maggiore età, perché quando viene a mancare il legame formale con le famiglie sconfiniamo già nel campo della “presa di potere” e ogni prevenzione diventa impossibile.
Viviamo tempi in cui il diritto all’educazione è stato fortemente colpito dalla pandemia e il ritorno nella aule è stata una riconquista, speriamo non breve, per buona parte della nostra città. La crisi sociale ed economica non possono che aumentare il carico sulle situazioni di disagio familiare e giovanile. Approfittiamone per ricordarci che una persona e un cittadino si formano in un lungo percorso dove evidentemente va fatto qualcosa in più. Fenomeni come l’abbandono scolastico, il bullismo, le attività illegali che ruotano attorno alle scuole vanno ritenuti un grave problema su cui investire risorse maggiori.
Infine mi sento di poter esprimere un desiderio che condivido con tanti cittadini: lasciamo la retorica dei risultati raggiunti al secolo scorso, e appassioniamoci alle sfide nuove e di lungo termine che ci pone il nuovo millennio.
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