REGGIO EMILIA – Guadagni per oltre 400mila euro: soldi ricavati dalla vendita di materiale sottratto alla Rcf, società reggiana, leader a livello mondiale nella produzione di sistemi audio professionali.
A finire nei guai dipendenti o ex dipendenti dell’azienda, ma non solo. In particolare, sono scattati gli arresti domiciliari per Antonio Belsino, 46 anni residente a Reggio Emilia; Vincenzo Petrone, 56 anni residente a Napoli, ed Ermir Millaj, 31 anni origini albanesi, residente a Lodi.
Il primo è stato a lungo addetto al ricevimento merci di Rcf, mentre il secondo lavorava per una ditta di logistica che aveva rapporti con l’azienda stessa. A Belsino e Petrone è stata contestata l’associazione a delinquere. Sarebbero loro le menti della banda. Casse, amplificatori e varia componentistica sottratti dai magazzini di Mancasale venivano piazzati sul mercato attraverso siti di commercio online o tramite attività compiacenti con cui venivano spartiti i guadagni. Oppure, i pezzi rubati venivano utilizzati per assemblare nuove apparecchiature, non solo in Italia, ma anche all’estero, soprattutto in Albania. Diversi i reati contestati, a vario titolo e in concorso tra loro: associazione per delinquere, appropriazione indebita, furto, ricettazione, impiego di beni di provenienza illecita, autoriciclaggio e favoreggiamento reale.
Per altre quattro persone è stata disposta la misura del divieto di dimora: si tratta di un 39enne, di una 35enne, di un 44enne e di un 32enne. Sono tutti residenti nel Reggiano e dovranno dunque abbandonare il territorio. Uno di loro lavora per un’azienda con sede nella Bassa specializzata proprio nel settore audio. I primi tre rientrano nell’accusa di associazione a delinquere. Per un 51enne, anche lui reggiano, è stata disposta, invece, la misura dell’obbligo di firma.
Altre sette persone risultano indagate perché coinvolte a vario titolo nella vicenda.
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