ALBINEA (Reggio Emilia) – Un muro lungo più di 2.000 chilometri nel deserto africano, un conflitto che non ha fine, un popolo che vive da più di 40 anni nei campi profughi. E’ la storia dell’ultima colonia africana, quella del Sahara occidentale, conosciuta come ex Sahara spagnolo e di un popolo pacifico, i Saharawi. Ancora oggi, 170mila saharawi vivono in campi profughi. Dal 1991 le Nazioni Unite spingono per un referendum sull’autodeterminazione di questo popolo, ma il Marocco non vuole cedere il territorio, ricchissimo di giacimenti di fosfati.
Da molti anni esiste un patto d’amicizia e di sostegno tra il popolo Saharawi e il territorio reggiano. In questi giorni la visita ufficiale ad Albinea del Ministro della Salute della Repubblica Araba Saharawi, Baba Hassena Salek, e di Fatima Mahfud, responsabile della Rappresentanza del Fronte polisario in Italia. Il Fronte polisario a sua volta da anni lotta per l’indipendenza del Sahara Occidentale. Al centro dell’incontro il progetto di sostegno all’attività del laboratorio per la produzione di farmaci nei campi dei rifugiati e la promozione di un’agricoltura sostenibile attraverso la valorizzazione delle piante autoctone.
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