VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – E’ stato molto partecipato l’evento organizzato al Pala Sologno, la struttura nel centro della bella borgata villaminozzese, intitolato “Il futuro del nostro Appennino”. Organizzato dalla Proloco di Sologno, l’incontro ha visto la collaborazione del Comune, di Legacoop Emilia Ovest, del Parco nazionale. Sono intervenuti diversi sindaci e amministratori dell’Appennino, a partire dal “padrone di casa” Elio Ivo Sassi, ma è arrivato anche l’Assessore regionale alla montagna Davide Baruffi, che parlando del tema al centro dei lavori ha sottolineato alcune azioni che la Regione ha portato avanti ottenendo buoni risultati sul territorio, come la Strategia Aree Interne “che qui – ha detto – ha dato tra i migliori esiti a livello nazionale”.
Altri interventi sono stati quelli di Sara Manfredini, Responsabile di Legacoop per le aree interne, che ha evidenziato l’esperienza molto importante delle cooperative di comunità come I briganti di Cerreto, la Valle dei Cavalieri di Succiso, la San Rocco di Ligonchio e altre. Il sociologo Giuseppe Bonacini ha evidenziato i dati del calo demografico negli ultimi 50 anni in appennino (negli anni ’50 i 7 comuni che oggi compongono l’Unione avevano 53 mila residenti, oggi 32 mila), con il presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli che ha però tenuto a sottolineare come negli ultimi 5 anni in realtà si possa parlare di sostanziale tenuta nei comuni montani.
I due interventi principali sono stati quelli di Stefano Sala, coautore del Libro bianco sulla montagna realizzato da Unimont, costola dell’Università degli Studi di Milano che ha sede a Edolo, quindi un comune montano, e Marco Breschi, docente universitario di demografia e sindaco di Sambuca Pistoiese sull’appennino toscano.
“Nell’ambito dello studio – ha spiegato Sala – i nostri suggerimenti sono di fare squadra, promuovere processi di innovazione su tutte le filiere presenti sui territori, a partire dall’agricoltura, fino a quelle forestali e il turismo”.
Breschi invece sui possibili interventi per arginare lo spopolamento ha detto: “Il più importante ma anche più difficile è dare una prospettiva, quale si vorrebbe che fosse la montagna tra 30 e 40 anni, snellire normative e leggi, i trasporti e le strade, i servizi, e pensare poi per la montagna delle “zone franche” con tassazioni agevolate”.