REGGIO EMILIA – E’ iniziato tutto diversi mesi fa, quando un 40enne di origine marocchina si è rivolto a un connazionale di 44 anni chiedendogli aiuto per il disbrigo di alcune pratiche: aveva bisogno di supporto per capire come conseguire la patente di guida e per capire che iter seguire per il ricongiungimento famigliare dei propri cari. Per il disturbo, il 44enne si è fatto consegnare 12.500 euro in due tranche, poi però i mesi sono trascorsi e in pratica è sparito. Il 40enne ha ricevuto i documenti e poi ha fatto qualche controllo, ha atteso di essere chiamato per l’esame ma nulla: non compariva presso la scuola guida che gli era stata indicata e in prefettura non c’era alcuna pratica avviata a suo nome. Ha realizzato di essere rimasto vittima di una truffa e, a maggio scorso, ha denunciato tutto ai carabinieri.
Le indagini sono iniziate e ora hanno portato a due denunce: a carico del 44enne e di un imprenditore italiano di 50 anni accusato di averlo aiutato, non solo in questo raggiro ma anche in altri. Entrambi risiedono a Reggio e avrebbero messo in campo un giro di falsi permessi di soggiorno e non solo. Durante la perquisizione domiciliare a carico del 44enne, sono stati trovati e sequestrati più di 11mila euro in contanti ritenuti provento dell’attività illecita e un modulo falso per l’istanza finalizzata al ricongiungimento familiare di cittadini stranieri. A casa dell’imprenditore reggiano c’erano due patenti false ma anche borse, scarpe e capi d’abbigliamento con marchi contraffatti. Nell’auto, due coltelli di dimensioni importanti. Per questo il 50enne deve rispondere anche di porto abusivo di armi oltre che di ricettazione, introduzione nello Stato di prodotti con marchi contraffatti e falsità materiale commessa da privato in atti pubblici. Il 44enne è accusato di truffa e anche lui di falsità materiale commessa da privato in atti pubblici.
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