RUBIERA (Reggio Emilia) – Nell’aprile 1921 l’inaugurazione della sede del Fascio di combattimento e le violenze fasciste che costrinsero alle dimissioni la giunta socialista del sindaco Luigi Benedetti. Anche Rubiera conobbe le brutalità squadriste nella stagione dell’ascesa al potere di Benito Mussolini.
Le prepotenze divennero omicidio a colpi di rivoltella nei confronti di due giovani, Nino Neviani e Armando Morselli, la sera del 5 maggio di quell’anno, proprio davanti alla chiesa parrocchiale. Il libro “Sognando Libertà”, edito dall’Anpi di Rubiera con il contributo del Comune, rievoca 25 anni di resistenza al fascismo.
Un ulteriore capitolo è dedicato ai cosiddetti “sovversivi”, quanti negli anni Trenta ebbero il coraggio di opporsi al regime con atti di spontanea critica o in forma organizzata nel partito comunista clandestino. Le loro storie sono state ritrovate all’archivio di Stato di Roma.
E poi la lotta armata, con le biografie delle staffette partigiane o dei partigiani caduti, come il giovanissimo Romolo Benassi, trucidato sulle rive del fiume Secchia. Emergono storie curiose, come quella di don Cipriano Ferrari, parroco di San Faustino che, entrato in conflitto coi caporioni fascisti del paese e minacciato di morte, girava con una pistola, a scanso di sorprese.
A S. Faustino due fratelli, Argeo e Mario Tirelli, entrambi medici, nella loro villa curavano i partigiani feriti. Poi ci sono le vicende degli internati militari, giovani che, come Valentino Parmiggiani, finirono nei lager della Germania e della Polonia, costretti ai lavori forzati. Una sezione del libro è dedicata alle testimonianze: i bambini di allora che vissero i drammi della guerra, i racconti dei comandanti partigiani, la gioia per la Liberazione e l’arrivo dei carri armati americani.
Gian Piero Del Monte
Reggio Emilia Rubiera Anpi partigiani lotta di Liberazione