REGGIO EMILIA – L’adunanza dei creditori della Società Agricola Ferrarini era attesa da tempo, perchè l’azienda è in concordato preventivo da tre anni, ma l’udienza è stata subito rinviata in seguito ad una istanza presentata dall’Agenzia dell’Entrate di Bologna. La società, nella quale sono confluite le attività agricole del gruppo di Rivaltella, ha un forte indebitamento. Nella sua relazione, il commissario giudiziale Federico Spattini ha fissato il passivo in 252 milioni. L’agenzia delle entrate ha chiesto alla proprietà chiarimenti sul dissesto dell’azienda “sorella’” Ferrarini Spa, il cui concordato è stato dichiarato ammissibile dal tribunale di Reggio proprio nelle ultime ore.
Alla base della richiesta di Equitalia il legame tra le due proposte perché l’omologa del concordato di Saf dipende dalle nuove informazioni che arriveranno in merito al concordato di Ferrarini Spa. Alcuni dei creditori vantano poi crediti verso entrambe le società.
Il piano proposto dalla proprietà prevede di rimborsare 48 dei 252 milioni di debiti entro il 2030. Le risorse arriverebbero dal flusso di cassa ordinario, dalla vendita di immobili non strategici e dalla famiglia Ferrarini, che renderebbe disponibili fino a 8 milioni derivanti dalla vendita di una villa a Porto Cervo e rinuncerebbe a 5 milioni di crediti. I crediti in prededuzione, i privilegiati, i pignoratizi e parte di quelli ipotecari sarebbero rimborsati al 100%. I fornitori avranno solo il 15% in tre rate a partire dal 2026. In aula, davanti al giudice fallimentare Simona Boiardi, erano presenti Lisa Ferrarini, i legali dell’azienda e quelli dei creditori. L’adunanza è stata convocata nuovamente per il 9 novembre.
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