REGGIO EMILIA – Il dato peggiore di questo 2020 in città lo si è registrato il primo dell’anno quando la torretta di rilevamento in viale Timavo ha segnato un valore di pm10 di 75 microgrammi per metro cubo. Da allora la situazione si è trascinata, con soltanto quattro giorni durante i quali il dato è rimasto sotto la soglia, prevista come limite di legge, dei 50 microgrammi per metro cubo.
Sono dunque dieci, dall’inizio dell’anno, i superamenti giornalieri raggiunti. Un quantitativo che rappresenta un quarto rispetto ai 35 fissati dall’Unione europea come limite annuo. Fino a giovedì sono in vigore le misure emergenziali previste dal piano antismog del bacino padano: stop a diesel euro 4, a riscaldamento a biomasse, a fuochi all’aperto e alla distribuzione di liquami nei campi.
Provvedimenti che il Codacons considera adottati tardivamente, “quando ormai i valori di inquinamento sono già alle stelle”, denuncia l’associazione dei consumatori che critica il blocco alla circolazione imposto ad alcune categorie di auto, “in quanto non accompagnato dalla gratuità dei trasporti pubblici locali oppure da indennizzi per i soggetti lesi, vale a dire gli automobilisti proprietari delle auto coinvolte”. Sul proprio sito internet il Codacons ha addirittura pubblicato un modulo per impugnare le contravvenzioni ricevute, qualora non si intendesse rispettare i divieti.
Come sempre, le speranze di un miglioramento sono riposte nel meteo. Le condizioni favorevoli al ristagno delle polveri sottili sono riconducibili al mite anticiclone che, da oltre due settimane, sta interessando l’Atlantico fino al Mar Nero. Qualche precipitazione potrebbe verificarsi nel fine settimana a partire da sabato.
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