REGGIO EMILIA – “Una situazione anomala, precoce, dovuta a questa permanenza di temperature elevate a metà ottobre”. Col primo di ottobre sono entrate in vigore le misure per la qualità dell’aria. Misure che sono scattate quasi subito, col bollettino dell’Arpae emesso venerdì scorso e il conseguente stop ai veicoli diesel euro 5.
Una limitazione che solitamente avviene in presenza di impianti di riscaldamento già in funzione, nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro. Si deve ad almeno due fattori l’accumulo di pm10 in atmosfera registrato in particolare venerdì e sabato sul nostro territorio. E questo nonostante i termosifoni siano spenti. Il primo sta nell’escursione termica tra il giorno e la notte, come sottolinea Luca Torreggiani, responsabile della rete di monitoraggio dell’aria di Arpae: “Di notte la quota dell’altezza di rimescolamento si è abbassata, ciò vuol dire che il volume d’aria a disposizione, dove gli inquinanti si rimescolano, è diminuito. Sono meccanismi che si generano nel periodo invernale”.
Un contributo potrebbe poi essere arrivato da masse d’aria che hanno trasportato sabbia sahariana. Se da una parte le temperature estive che stanno caratterizzando questa prima parte di ottobre dovrebbero comportare una turbolenza atmosferica tale da favorire la dispersione delle polveri, dall’altra assistiamo a valori di ozono totalmente fuori dalla media del periodo.
Questa estate fuori stagione durerà all’incirca ancora una settimana. Secondo le previsioni meteo, a cavallo del prossimo weekend potrebbe verificarsi l’arrivo di un ciclone di aria fredda dal nord Europa.
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