REGGIO EMILIA – Negli ultimi sette giorni, sono stati quattro gli sforamenti delle polveri sottili nell’aria registrati dalle centraline Arpae in città. Probabilmente, a incidere sui rilevamenti è stata l’autorizzazione ad accendere gli impianti di riscaldamento giunta dal 7 novembre scorso.
In totale, dall’inizio dell’anno sono complessivamente 52 le giornate in cui in città si è sforato il limite delle pm10 di 50 microgrammi al metro cubo. “La pessima qualità dell’aria che respiriamo è uno dei problemi più gravi che ci troviamo ad affrontare dal punto di vista ambientale nel nostro territorio – le parole dell’assessore all’Ambiente del Comune, Carlotta Bonvicini – E’ un problema condiviso con le altre regioni che fanno parte del bacino padano, con obiettivi rivisti per il 2030 per andare a ridurre, per non dire azzerare, le fonti emissive”.
Per limitare le emissioni, la legge prevede un massimo di 19° C per il riscaldamento domestico e 17° C per le attività produttive, lo stop alla circolazione dei diesel Euro4, il divieto di combustioni all’aperto e anche l’obbligo di spegnere il motore dell’auto quando si è in sosta. “Con l’aggiornamento e il miglioramento delle classi emissive anche dei veicoli, la situazione dovrebbe migliorare per quanto riguarda l’impatto dei trasporti. Anche per il riscaldamento, con la sostituzione degli impianti a biomassa, dovremmo arrivare ad avere risultati importanti”.
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