REGGIO EMILIA – L’inquinamento atmosferico è la quarta causa di morte a livello mondiale tra tutti i rischi per la salute dopo l’ipertensione, la cattiva alimentazione e il fumo.
Non solo l’insidioso Covid, dunque, a riportaci a vecchi e mai risolti problemi è il pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione europea secondo cui l’Italia ha violato la direttiva sulla qualità dell’aria, superando in maniera sistematica e continuata i limiti fissati per l’emissione di particelle pm10 tra il 2008 e il 2017.
Nel nostro Paese, malato cronico d’inquinamento, sono riconducibili circa 60mila morti premature ogni anno. Legambiente da tempo è in prima linea e chiede che i finanziamenti del Recovery Fund siano utilizzati per rendere il nostro Paese più moderno, sicuro e vivibile. Secondo la stima dell’associazione ambientalista, ogni cittadino paga ogni anno oltre 1.500 euro di danni indotti dall’aria insalubre e che impatta sui ricoveri ospedalieri, la perdita di benessere, gli impatti indiretti sulla salute e quindi la riduzione dell’aspettativa di vita di ognuno di noi.
In Emilia Romagna ben 7 province su 9 sono oltre il limite dei 35 sforamenti annui nella media delle 24 ore di concentrazione di pm 10, le polveri sottili. A Reggio Emilia, presso la stazione di rilevamento in viale Timavo, gli ultimi dati parlano di 44 sforamenti (sui dati Arpae aggiornati all’11 novembre).
C’è da prevedere che in queste giornate di quasi lockdown circolino meno veicoli con beneficio della qualità dell’aria. Intanto, domani, mercoledì e giovedì 19 novembre il Comune rimette in campo le misure emergenziali per il contenimento degli inquinanti: dalle 8.30 alle 18.30 – e tutte le domeniche – stop anche ai veicoli diesel euro 4 oltre a quelli a benzina pre euro, euro 0 e euro 1, diesel euro 0, 1, 2, 3, ai veicoli commerciali diesel euro 0, 1, 2 e 3 e ai ciclomotori e motocicli euro 0. Previsti corridoi ed esenzioni che si possono consultare sul sito comune.re.it.
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