CORREGGIO (Reggio Emilia) – Dal 2017 non produceva e non commercializzava più nulla; la sede dell’azienda svuotata di macchinari, ma comunque capace di emettere, fino a 2023, ben 255 fatture. I finanzieri del Comando provinciale, nell’ambito dell’attività di contrasto alle frodi fiscali, hanno scoperto una ditta individuale, operante nell’abbigliamento che, pur avendo cessato l’attività nel giugno del 2017, continuava a fatturare prestazioni mai eseguite. La ditta era stata trasformata in una “cartiera”, come si definisco le imprese dedite alla sola emissione di fatture per operazioni commerciali del tutto inesistenti.
La frode fiscale è stata portata alla luce dai militari della Tenenza di Correggio, a seguito di un’attività ispettiva avviata nei confronti di un imprenditore cinese, inizialmente individuato solo come evasore totale. Le indagini successive hanno invece consentito di scoprire la reale attività della ditta che si era specializzata nell’emettere false fatture, utilizzate poi per avere sgravi fiscali da altre aziende operanti nel medesimo settore del tessile abbigliamento e quasi tutte gestite da altri imprenditori cinesi, principalmente in Emilia Romagna. 255 fatture per un imponibile complessivo di 6 milioni di euro hanno consentito a chi le ha ricevute di evadere le imposte sui redditi e di beneficiare di un’Iva indebitamente detratta di 1,3 milioni.
Il cinese, che al momento ha fatto perdere le proprie tracce, è stato denunciato alla Procura per il reato di emissione di fatture false. Trattandosi di un evasore totale, i finanzieri hanno poi ricostruito ed imputato allo stesso i redditi prodotti e non dichiarati dal 2017 al 2023, per un valore stimato di 1,3 milioni e hanno contestato un’imposta evasa di circa 510mila euro, oltre all’Iva dovuta di circa 1,240 milioni. E’ stato così proposto all’Agenzia delle Entrate di procedere alla cessazione d’ufficio della Partita Iva.













