REGGIO EMILIA – L’Emilia Romagna, al pari delle altre regioni, sta vivendo una progressiva desertificazione bancaria, con sempre meno filiali aperte. Se l’ultimo decennio ha evidenziato un trend molto preciso, è anche vero che il nostro territorio è ancora tra i più floridi da questo punto di vista.
Secondo dati forniti da First Cisl Emilia Romagna, ovvero il comparto dei bancari del sindacato, oltre 35mila cittadini emiliano-romagnoli risiedono in comuni totalmente privi di sportelli; più della metà di loro ha perso l’accesso al servizio nell’ultimo decennio. A questi si sommano ulteriori 214mila residenti che vivono in territori serviti da un solo sportello, con un incremento di oltre 17mila persone nell’ultimo anno.
Pur mantenendo una percentuale di comuni desertificati (8,2%) inferiore alla media nazionale, l’Emilia Romagna non è immune da rischi: su 303 comuni, 27 risultano completamente desertificati e altri 70 contano un solo sportello.
A Reggio Emilia, qual è la situazione? Secondo un recente rapporto della Banca d’Italia, tra il 2014 e il 2024 nella nostra provincia siamo passati dai 378 a 256 sportelli, con un saldo negativo di 122. In dieci anni le famiglie che utilizzano i servizi di home banking sono passate dal 44% all’85%. Secondo i dati della Cisl, a livello regionale ci piazziamo al secondo posto sia nella classifica parziale che assoluta per gli indicatori di desertificazione, in entrambi i casi alle spalle di Ravenna.
Le graduatorie sono stilate partendo dalla provincia meno desertificata alla più desertificata secondo un punteggio assegnato tenendo conto degli ambiti di analisi su cui si sviluppa l’Osservatorio: comuni, popolazione, imprese e superficie. La classifica con il dato assoluto fa riferimento ai comuni privi di sportelli bancari, mentre quella con il dato parziale a quelli con un solo sportello. La posizione è in rapporto a tutte le 107 province italiane.
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