LENTIGIONE (Brescello) – L’attesa è durata nove anni e mezzo. La Chiesa dell’Annunziata ballò sotto le scosse del terremoto del 29 maggio 2012. Poi, quando ancora era chiusa al pubblico, l’acqua dell’alluvione di santa Lucia del 2017 la invase. Finalmente ieri è stata riaperta. “E’ giornata di grande speranza – spiega Mons. Alberto Nicelli, vicario della diocesi di Reggio e Guastalla – la riapertura della Chiesa, per credenti e non, è certamente il dono di un’identità ritrovata. Perchè la chiesa è primariamente il luogo del culto della comunità cristiana, ma è anche un luogo dove le porte sono spalancate per tutti”.
Con una cerimonia solenne, partecipatissima nel rispetto delle norme anticovid, la Chiesa è diventata nuovamente un luogo di preghiera e di culto. La Regione Emilia Romagna ha finanziato l’intervento di restauro e consolidamento costato 155mila euro. “Certamente un giorno di grande gioia – racconta don Giancarlo Minotta, parroco di Brescello – devo dire che la presenza di tante persone che in questi giorni si sono spese per riaprirla, i loro occhi lucidi oggi sono la prova evidente di questa gioia immensa che ci ha accompagnato”.
Per la piccola comunità di Lentigione, ritrovare la propria Chiesa significa aprire uno squarcio sul futuro Tra coloro che hanno partecipato alla prima Messa nella Chiesa ritrovata anche Alfredo Amadei, presidente dell’Immergas, l’azienda più importante della frazione brescellese. “La riapertura ha un significato di speranza – ha detto – di unione per le persone, la riscoperta di cose che erano andate perse a causa di eventi avversi, per cui è tanta gioia”.
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